Papa Francesco agli Stati generali della natalità: «Gli investimenti che più danno reddito sono le fabbriche di armi e di anticoncezionali»

    173 views
    Condividi

    Agli Stati generali della natalità è il giorno di Papa Francesco. «Il tema della natalità mi sta molto a cuore» ha osservato, in avvio di intervento, il vescovo di Roma.
    «In passato, non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento», ha osservato il vescovo di Roma «Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi». «Ma la vita umana non è un problema, è un dono» e «alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società». Parole salutate dagli applausi del pubblico. Parole condivisibili, secondo il presidente di Anfn Alfredo Caltabiano, presente insieme ai consiglieri nazionali Valentina e Livio Proietti con il piccolo Dario, Paolo Moroni (referente unità politica), Stefano ed Alessandra Lipparini (probiviri), Carmen e Giuseppe Rossini, coordinatori Anfn per la provincia di Bari. Presente anche il professor Maurizio Rizzolli, che collabora all’unità politica.
    «I figli non sono il problema. Il problema sta nell’egoismo dell’essere umano» ha osservato papa Francesco, argomentando anche che «senza bambini e giovani un paese perde ogni speranza di futuro».
    Realismo, lungimiranza e coraggio, sono state le parole-chiave dell’intervento del Papa. «Le stesse che orientano la vita delle coppie di prole numerosa – osserva Alfredo Caltabiano. Insieme ad un’altra parola-chiave: la speranza».
    Del resto – ha commentato papa Bergoglio «Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro». Da questo punto di vista l’Italia è messa peggio di altri: «l’età media degli italiani, oggi, è di quarantasette anni, quando ci sono Paesi nel centro Europa dove la media è 24 anni». Se dovessimo basarci su questo dato «saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa», ha detto Francesco.
    Perché? Perché non si riesce a frenare questa emorragia. Un aneddoto significativo: «C’è una cosa che mi ha detto uno studioso della demografia: In questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: l’uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita». e questi sono gli investimenti che danno più reddito».