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Natalità, Giappone-Italia così diversi così uguali

Natalità, Giappone-Italia così diversi così uguali

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Il Giappone detiene il poco invidiabile record del più basso indice di natalità al mondo: 1,26 figli per donna. Un tasso che porterà in soli 100 anni alla riduzione a un terzo della popolazione. Dai 120 milioni di abitanti di oggi a 44 nel 2005.
Sulle ragioni e quindi sulle possibili soluzioni possibili per arginare questo trend disastroso, é comparso in questi giorni un interessante articolo sul sito BBC news, che qui linkiamo in inglese.
E si scopre che il Giappone assomiglia in modo impressionante all’Italia.
Cosa c’é dietro questo declino? si chiede la giornalista della BBC Philippa Fogarty .
Certo in tutto il mondo “sviluppato” le donne lavorano di più e si sposano più tardi, ma c’é di più. Ragioni economiche (i costi per crescere e educare un figlio sono molto alti e i contributi statali quasi inesistenti), il problema di come conciliare famiglia e lavoro, la mancanza di sostegno e supporto alle madri. Non vi ricorda qualcosa di molto familiare?
Le giovani coppie, rivela la giornalista inglese, non sono in grado di sostenere lo sforzo economico di avere una casa e avere figli e le madri subiuscono forti pressioni sul lavoro per lasciare l’impiego in caso di maternità. Nelle aziende medio-piccole il 70% delle donne incinte finisce col doversi licenziare.
Esistono poi difficoltà di tipo sociale: sono scomparse le grandi famiglie dove le diverse generazioni convivevano e si aiutavano vicendevolmente. Nelle zone rurali, dove questo modello resiste ed é ancora comune, infatti, il livello di natalità é più alto che nelle città.
E poi c’é un discorso culturale: in Giappone l’uomo é per cultura portato a lavorare fino a tardi. Una indagine ha rivelato come i padri tendano a stare con i figli o a foccuparsi dei lavori domestici per un massimo di 30 minuti al giorno.
Cosa fare, allora?
Secondo Kuniko Inoguchi, ex ministro delle pari opportunità e degli affari sociali, il governo dovrebbe investire di più sul problema, ma c’è anche un grosso lavoro culturale da fare: riportare equilibrio nel difficile rapporto tra lavoro e famiglia.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/7096092.stm