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La fiaba: Cappuccetto Colorato

La fiaba: Cappuccetto Colorato

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Cappuccetto Rosso (o Verde o Giallo o Blu) era una bambina simpatica e gentile; ma un po’ vanitosa. Abitava nel bosco, con la mamma, (che faceva la Guardia Forestale), e, per essere sempre a posto e non sporcarsi mai i capelli, aveva un sacco di mantelline, di tutti i colori.
Un giorno la mamma le disse:
-Cappuccetto Rosso (o Verde o Giallo o Blu o quello che era), porta questi panini e la torta alla nonna, dall’altra parte del percorso ginnico. Ma mi raccomando: fai la strada più lunga, e anche qualche esercizio, così arriverai dalla nonna con un buon appetito. –
– Sì, mamma. –
Rispose Cappuccetto, prendendo il cestino. Ma, siccome era piuttosto pigra, prese la strada più corta, e arrivò dalla nonna che ancora dormiva. Allora si sedette sui gradini della porta, e cominciò a regalare bricioline di pane agli uccellini che le venivano intorno. Poi arrivarono gli scoiattoli, i cerbiatti, gli orsetti, le volpine, e tutti gli altri cuccioli del bosco. Cappuccetto cominciò a spezzare i panini e la torta, aprì i vasetti di miele e marmellata e diede a tutti il loro pezzettino preferito. Ad un cero punto si sentì un gran rumore:
– GRRRRRR –
Era il LUPO. Si avvicinò a Cappuccetto pian pianino e le chiese:
– Cappuccetto, hai lasciato qualcosa per me? –
– Certo. – rispose Cappuccetto. – Ci sono i panini col salame, senza pane e senza maionese. –
Il Lupo si mangiò volentieri tutto il salame, la mortadella, le croste più dure, e il fondo della torta, senza marmellata. Finito tutto, si pulì bene la bocca, poi chiese gentilmente a Cappuccetto:
– Cappuccetto Rosso (o Verde o Viola o Bianco) mi vuoi sposare ? –
– Nemmeno per sogno. – rispose Cappuccetto. – Io voglio sposare un bel principe, come le signorine di tutte le altre favole. –
– Ma in questa storia non ci sono principi. – rispose il Lupo. – Ci siamo soltanto io e un cacciatore! –
A quel nome tutti gli animaletti rizzarono le orecchie: si sentì un rumore di rami spezzati, e tutti … via di corsa: stava arrivando il TERRIBILE cacciatore. Armato di fucile, prese la mira, proprio in direzione del lupo, sparò e…
– AHI ! –
Urlò il cacciatore, mentre il BUUUM dello sparo finiva verso l’alto. Cappuccetto gli aveva tirato un bel calcione sul ginocchio.
– Come ti permetti, bambina? – si arrabbiò il cacciatore. > – Non sono una bambina! – protestò Cappuccetto. – Sono una volontaria della protezione animali! Quando la smetterai di far del male a tutte queste povere bestie? –
Il cacciatore avrebbe voluto urlare ancora qualcosa; ma la Nonna, con tutto quel baccano, si era svegliata: uscì fuori con la sua vecchia scopa, quella di legno, e cominciò a picchiare sulla testa il cacciatore:
– Lascia in pace mia nipote, o ti faccio togliere la licenza di caccia ! Chiamo telefono azzurro, telefono verde, telefono rosa, telefono giallo; e la guardia di finanza! –
Per le botte, o per gli insulti, il cacciatore decise di filarsela via.
Cappuccetto Rosso (o forse Blu, o Fucsia) tornò a casa in tempo per la cena, accompagnata dal Lupo, che era davvero molto innamorato di lei.
Marzia

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