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Isee per figli e altri bonus: radici dell’ingiustizia ital-familiare

Isee per figli e altri bonus: radici dell’ingiustizia ital-familiare

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Mancano cultura e misure economiche universali per rilanciare la famiglia. Ma c’è un vuoto d’attenzione bipartisan. L’Assegno unico è un sostegno importante, eppure depotenziato: ha allargato molto la platea dei beneficiari, ma investendo risorse limitate

Caro direttore,

ho riflettuto sulle proposte Bonetti tendenti a modificare l’Isee in applicazione all’assegno unico, ma pur ritenendole migliorative delle norme attuali, mi è sorto un forte dubbio. Nasce dalla considerazione che lo Stato concede bonus per acquisti di televisore, o biciclette, o vetture, o bonus mirati a studenti o insegnanti o a quant’altri, oppure a bonus di sostegno per altri acquisti o lavori come, ad esempio, quelli che danno diritto a un bonus del 110 per cento, senza mai chiedere certificazione Isee. Perché, mi chiedo, la misura dell’assegno unico deve essere sottoposta a tale regola? La risposta pare sia quella dell’obiettivo equità, ma in tal caso, e per gli esempi riportati, l’equità in Italia emerge con due facce, una con limitazioni per la famiglia, e una altra, omnibus, senza limitazione alcuna per quasi tutto il resto. A mio avviso nel nostro Paese, e per il suo futuro, serve il coraggio di aprirsi a percorsi nuovi verso la famiglia e la natalità. L’assegno unico, appena entrato in vigore, costituisce certamente un sistema o binario degno di apprezzamento, ma non è tutto. Perché non evitare l’assoggettamento a misuratori economici o Isee, copiando la politica dei bonus? Una novità, questa, che eliminerebbe la farraginosa procedura per la richiesta, per la concessione, per il controllo, e ridurrebbe drasticamente i costi burocratici. La certezza del sistema poi, comporterebbe una maggior fiducia delle famiglie e dei genitori verso lo Stato, attribuendo allo stesso il merito di riconoscere nella famiglia e nella vita nascente, il futuro della società. Ovviamente il segno concreto passa anche attraverso la misura che giocoforza deve superare di gran lunga quelle complessive precedenti. Ci vuole metodo e ci vuole il coraggio politico di scelte confacenti, che io auspico.

Franco Trevisan, Cordenons

Gentile lettore,

il direttore mi affida il compito di risponderle e lo faccio volentieri condividendo con lei l’opinione che mi sono fatto in molti anni di approfondimento delle questioni che lei solleva. Gli aiuti economici legati alla natalità vanno inseriti in un sistema coerente e organico di misure a tutela della famiglia, perché un incentivo su un aspetto così specificamente umano rischia sempre di inserire un elemento di “mercificazione” della natalità in una dimensione che invece dovrebbe essere solo caratterizzata da amore e dono di sé.

Continua a leggere l’articolo su avvenire.it di Massimo Calvi