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faccia a faccia con il presidente commissione bilancio della camera

faccia a faccia con il presidente commissione bilancio della camera

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roma, 14.06.07

incontro con l’on. Lino Duilio, presidente commissione bilancio della camera.

Mario Sberna ha presentato le richieste dell’associazione sui temi irpef, pensioni, isee, tariffe, ici.
L’incontro è stato preceduto da l’invio da parte nostra di un protocollo di argomenti.

Tema: “dal dire al fare”

—– Argomenti di discussione —–
1
Fiscalità della famiglia: situazione attuale, considerazioni e proposte
2
Lavoro femminile e famiglia, innalzamento età pensionabile: proposte
3
Tariffe “sociali” e famiglia: acqua, energia elettrica, gas-metano situazione attuale e proposte
4
ISEE e famiglia: situazione attuale e proposte
5
Family Card Nazionale
6
ICI e famiglia : situazione attuale e modifiche possibili
7 Legge 448/98: proposta di modifica

Il discorso introduttivo del presidente Mario Sberna si è basato sulla necessità di modifiche strutturali al sistema fiscale economico del paese. Ha evidenziato, apprezzandole, le modifiche legislative pro famiglia cominciate con la prima finanziaria di questo governo sottolineandone, comunque l’esiguità e la necessità di interventi più incisivi. Ha posto l’accento sulla necessità di non discriminare le donne che scelgono di stare a casa ad accudire i figli soprattutto quando questi sono numerosi. A non puntare le politiche totalmente all’inserimento della donna nel mercato del lavoro.
Alessandro Soprana ha introdotto il tema IRPEF puntualizzando che la fiscalità che funziona nelle situazioni più “esasperate” rappresentate dalle famiglie numerose automaticamente và a beneficio di tutte le famiglie e le nuove generazioni. La fiscalità deve rispondere a semplici domande:
➢ Cosa succede se nasce un figlio?
➢ Cosa succede se il parto è gemellare?
➢ Cosa succede se il figlio è diversamente abile?
➢ Cosa succede se ho o prendo i genitori anziani in casa?
E’ necessario utilizzare criteri legati certamente al reddito, ma un reddito reale che tenga conto veramente del costo dei figli per portarli alla maturità ed indipendenza serenamente almeno dal punto di vista finanziario; è necessario pertanto stabilire un valore minimo del figlio (indipendentemente dal reddito) da individuare nella soglia di povertà relativa calcolata annualmente dall’ISTAT e quindi aggiornabile automaticamente (si ricorda che la soglia di povertà relativa è pari al 50% della spesa media per cittadino). Non è certamente uno stato che ha cura dei suoi cittadini futuri il nostro che costringe le coppie a “calcoli economici” sulla possibilità di allevare un figlio oppure no. Abbiamo una ficalità in cui il valore di un figlio oscilla da 1 a 2 euro al giorno (quando sentiamo questi numeri pensiamo ai paesi poveri). E’ intervenuto a questo punto Vincenzo Santandrea ricordando il problema incapienti che, anche qualora si adottasse il criterio della soglia di povertà relativa, non avrebbero, comunque, le risorse necessarie per il mantenimento ed educazione dei figli: la necessità conseguente di interventi atti al recupero della tassa non goduta e integrazione del reddito tramite i meccanismi in essere come gli assegni famigliari o la legge 448/98 (assegno famigliare per il nucleo numeroso). Questa situazione è particolarmente seria per molte aree del Mezzogiorno in cui vi è una particolare concentrazione di famiglie numerose sotto la soglia di reddito della povertà relativa e della povertà assoluta. Si deve prevedere la possibilità di compensazione delle tasse fra coniugi in modo che il coniuge con il reddito più basso sia messo in grado di recuperare detrazioni/deduzioni.
in quest’ambito sono state illustrate le tariffe che puniscono coloro che hanno figli con un meccanismo pensato per punire gli sprechi e che di fatto “punisce” i nuclei numerosi. Di fatto invece le famiglie numerose pagano molto di più che proporzionalmente al loro consumo in quanto il costo per Kw, ad esempio, cresce rapidamente con l’aumentare del consumo medio mensile. Pertanto, mettendo al mondo un altro figlio o accogliendone uno in adozione o affido, tale scelta – di straordinaria e positiva portata per la società – comporterà una “punizione” da parte dello Stato che farà pagare questa scelta con l’aumento del costo per Kw, rinnegando nel contempo l’art. 31 della Costituzione (La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia … con particolare riguardo alla famiglia numerosa). E’ un fatto che oggi in Italia le tariffe siano state studiate per agevolare gli utenti che consumano poco, a prescindere dal loro reddito, mentre un vergognoso meccanismo – detto Recupero tariffario – fa sì che i Kw eccedenti il consumo medio mensile vadano ad erodere progressivamente, fino ad esaurimento, le quote di Kw che dovrebbero essere pagate con il primo e poi con il secondo e terzo scaglione tariffario, portandoli direttamente alla tariffa del quarto scaglione (il cui costo è triplo rispetto al primo). Se una famiglia numerosa potesse attivare presso la propria abitazione due contatori “prima casa”, invece che uno, a parità di consumi pagherebbe meno della metà (similitudine la cui logica viene peraltro utilizzata nelle “finte separazioni”).
➢ Una revisione delle tariffe che tenga conto dei componenti il nucleo familiare e dunque suddivida gli scaglioni di consumo in base al numero effettivo di utenti su ogni contatore residenziale;
➢ Una revisione della tariffa “sociale”, che ora garantisce sconti non ai bisognosi ma a coloro che consumano meno, ricchi compresi;
gli oneri per il mantenimento del coniuge, dei figli o degli anziani a carico devono essere dedotti dal reddito, analogamente a quanto avviene per le spese sostenute nell’esercizio delle attività professionali e imprenditoriali. Ciò comporta un vantaggio fiscale per lo Stato in quanto le famiglie raccoglierebbero scontrini fiscali e fatture che oggi non vengono richieste per risparmiare l’IVA.
Deduzioni dal reddito: senza limiti e per importi calcolati su documenti fiscali (scontrini/fatture)
➢ Tutte le spese mediche, senza alcuna franchigia
➢ spese scolastiche delle superiori(ivi comprese mense, trasporti, materiale didattico e gite solastiche).
➢ i testi dell’università
➢ deduzioni non limitate né forfait ma in toto e per importi su dati reali (scontrini e fatture).
L’ICI è stata citata come altro esempio di iniquità nei confronti delle famiglie con figli ch, per necessità, vivono in case più grandi.
E’ seguito l’intervento di Alfredo Caltabiano che ha illustrato la proposta dell’ANFN sulle pensioni fatta propria dal Forum delle associazioni famigliari che prevede un innalzamento ai 65 anni delle pensioni femminili con la possibilità, per le donne che hanno avuto almeno 2 figli della pensione a 60 anni e contributi figurativi di almeno tre anni per tutti gli altri figli avuti
Non esiste alcuna differenza tra madri che hanno avuto più figli, e quindi contribuito alla crescita del Paese, e donne che hanno privilegiato il lavoro o comunque uno stile di vita non vincolato da impegni familiari. E’ necessario che venga almeno riconosciuto, ai fini della pensione, un bonus di tre anni per ogni figlio cresciuto (naturale, adottato o in affido) per tutte quelle donne che hanno dedicato buona parte della loro vita a crescere i figli. Ha parlato poi della necessaria riforma dell’ISEE che attualmente da un coefficiente di 0,35 dal terzo figlio in poi.
Dalla sua istituzione nel 1998 la scala di equivalenza non è mai stata modificata. Con l’esperienza si è visto che la scala di equivalenza dovrebbe essere modificata portando a 0,5 il coefficiente per il 1 ed il 2 figlio e dal terzo 1.00 in quanto se i vestiti si possono, ed è prassi comune nelle famiglie, passare al successivo (sempre che sia dello stesso sesso) , ma è pur vero che si consumano e pertanto si possono passare 2 volte e non di più; per quanto riguarda i figli portatori di handicap portare il coefficiente a 1,20 (indifferentemente dal numero di figli presenti e per rispetto e per tutela maggiore nei confronti degli sfortunati). E’ stata consegnata la proposta fatta a mezzo forum delle associazioni famigliari. Giuseppe Butturini ha parlato della necessità della presenza delle associazioni famigliari alla concertazione con il governo dove partecipano, normalmente le rappresentanze sindacali e gli industriali.
E’ stata inoltre presentata la proposta di introduzione della “Family Card” nazionale, sulla falsariga della “carta famiglia numerose” già introdotta in Francia, in cui prevedere (a cominciare dalle ferrovie dello stato, per passare poi a teatri, cinema, musei etc.) una tariffazione fissa per la famiglia, indistintamente dal numero dei componenti. Su questo specifico progetto, peraltro, sta gia lavorando all’interno della associazione un gruppo di lavoro appositamente costituito.
E’ stato inoltre ribadita la necessità che tutti gli interventi che riguardino la famiglia siano universali e non tengano necessariamente conto del reddito: altrimenti, per coerenza, anche le altre agevolazioni che oggi esistono come il 36% ristrutturazione degli immobili, il 55% del risparmio energetico, la rottamazione delle auto e dei frigoriferi, le detrazioni fisse sull’ICI e le erogazioni liberali ai partiti, dovrebbero essere legate all’ISEE, allo stesso modo in cui ci viene oggi risposto che le spese sui figli possano essere agevolate in base all’ISEE.
Alle nostre proposte il presidente Duilio si è mostrato particolarmente attento trincerandosi, comunque, dietro la condizione difficile della finanza pubblica. La necessità di reperire risorse è una priorità per le finanze dello stato e per le risorse bisogna stabilire una scala di priorità. Le famiglie numerose possono diventare una priorità in quanto sono poche e quindi “costano” poco. All’incontro hanno partecipato 2 segretarie. A turno hanno parlato Mario Sberna, Alessandro Soprana, Vincenzo Santandrea, Alfredo Caltabiano e Giuseppe Butturini.
L’incontro è finito alle 14,30 con il consiglio di lavorare con il Ministro Bindi per sviluppare una proposta concreta da inserire nella bozza di finanziaria in modo che poi in sede di commissione venga esaminata e rafforzata da parte del presidente stesso.
Alessandro Soprana