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DISCRIMINAZIONI SOTTO L’OMBRELLONE, SE I BAMBINI DANNO FASTIDIO

DISCRIMINAZIONI SOTTO L’OMBRELLONE, SE I BAMBINI DANNO FASTIDIO

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Ci scrive Enzo:
Buona sera, sono Enzo e ti volevo comunicare
un
fatto che ritengo significativo ed interessante; da diversi anni,
unitamente a un’altra famiglia numerosa, anch’essi soci dell’ associazione,
sottoscriviamo un abbonamento per usufruire di ombrellone e lettini
nella spiaggia cittadina del xxx, abbonamenti venduti dalla
Cooperativa xxx, concessionaria di alcuni tratti di
spiaggia. Oggi stesso i nostri amici, a nome dei quali è
l’abbonamento, hanno ricevuto una lettera da parte della cooperativa,
ma,
contrariamente alla solita lettera con la quale si offriva l’opzione
ai
vecchi abbonati per riconfermare la scelta, la cooperativa scriveva
che
non poteva più offrire la ns. solita sistemazione in prima fila in
quanto, come da regolamento ” è consentito soggiornare un numero
massimo di 4 persone estendibile a 5/6 in presenza di bambini”.
Generosamente però la cooperativa “offriva” una sistemazione
all’inizio del tratto in concessione, ben lontano dal bagnasciuga e
dagli altri clienti, insomma a debita distanza di bambino (peraltro
allo stesso prezzo del posto in prima fila).
Inutile dire che sono
oltre 15 anni che si usufruiva di questi servizi, inoltre il
regolamento pare estremamente rigido ma solo per noi.
La stessa lettera è stata indirizzata ad un’altra famiglia numerosa
che utilizzava gli stessi servizi.
Insomma, non c’è che dire, i ns. bambini sono un fastidio e se
proprio non se ne può fare a meno ci consentono di tenerli ma
lontano.

Un abbraccio e a presto

Tecnicamente la misura è ineccepibile: così dice la norma, non più di 6 sotto un ombrellone e per fortuna se ne sono accorti solo dopo 15 anni…Eppure… il fatto ci sembra molto emblematico
Possiamo facilmente immaginarli, gli anziani stesi al sole, le coppiette arrivate per il week end in discoteca, infastiditi dalle grida dei bambini, dalla sabbia alzata da ciabattine veloci, dal pallone sempre sbattuto sull’ombrellone. E il fastidio per i pianti, i capricci, le improvvise urla da sotto l’ombrellone, per un gioco finito male o una risata sgangherata. Quiete vogliono i villeggianti, il riposo, potersi rilassare stando lì a guardare il mare, immobili al sole, come statue, come mummie. Mummie che pagano, che consumano, che non sporcano e non fanno rumore. Al massimo il bau bau del cagnetto a cui – finalmente!- è stato concesso il diritto di scendere in spiaggia (che anche i cani hanno i loro diritti )
Questi sono i clienti ideali alla spiaggia del Poetto e in chissà quante altre spiagge e lidi d’Italia.
I bambini , quelli, che ne sanno di mare, di spiaggia, di giochi?
I bambini dietro, che danno fastidio, e va ancora bene che non li obblighino a indossare la museruola, anche se, così, dimostrerebbero almeno di essere bene educati…
C’è gente che lavora signori e ha diritto al riposo (eterno?). La vita, i bambini, le loro urla, la loro confusione, la loro gioia…. che fastidio…
E poi ci si chiede perchè i giovani non fanno bambini?