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Diario di maestra numerosa: ricorrenze da non dimenticare

Diario di maestra numerosa: ricorrenze da non dimenticare

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Manca poco a San Valentino i cui cuori coincideranno con i coriandoli di Carnevale. Andando leggermente a ritroso, veniamo da giorni importanti: la Giornata dei calzini spaiati, i tre giorni della Merla, il giorno della Memoria, il Patrono della città, nonché Sant’Ilario di Poitiers.
Cupido, se Dio vuole, capiterà di domenica e ci eviteremo i classici bigliettini di simil-amore che circolerebbero in classe con le conseguenti immancabili lagnanze: “Maestraaaa, la Costanza dice che io amo Gianluca ma non è veroooo”, indipendentemente che i bambini in questione abbiano sei o undici anni.
Le altre ricorrenze sopra citate sono state ricordate, descritte, raccontate, illustrate, drammatizzate a dovere e il Giorno della Memoria onorato e celebrato con momenti di amicizia e di comprensione adatti a bambini di sette anni che possono comprendere e capire qualunque avvenimento se glielo si propone con gli strumenti adeguati.
La storia delle sorelline Andra e Tati che, bambine loro coetanee, non capivano perché “quelle persone ce l’avessero con loro e cosa mai avessero fatto di male per essere maltrattate così” ci ha insegnato che dobbiamo essere forti e non smettere mai di sperare perché la cosa più importante è continuare a sentirsi liberi. Otto l’orsacchiotto, con la sua autobiografia, ha fatto decidere anche a noi che un modo perfetto e costruttivo per non annoiarsi è scrivere e che ricordare per non dimenticare ci farà divenire buoni cittadini se riusciremo ad avere per tutti parole gentili e atteggiamenti di rispetto e se, soprattutto, proveremo a fare della diversità una ricchezza. A scuola ci stiamo già provando, anche ridendo per i calzini indossati spaiati e tutti i piedini discordanti l’uno dall’altro così come non siamo uguali noi ma comunque tutti belli, anzi, bellissimi. Educare alle differenze dovrebbe diventare il nostro principale obiettivo perché promuovendo comportamenti che portano all’accoglienza preveniamo violenza, bullismo (e cyberbullismo), pregiudizi, stereotipi e tante altre schifezze.
Educare alle differenze significa fornire un’opportunità di crescita di cui ancora non tutti ci rendiamo conto, ma che avrà il potere di rendere migliore la vita all’intera società e siccome a scuola facciamo, prima di tutto, esperienze di vita, ecco che è qui il terreno fertile per seminare. Chissà a quando il raccolto ma… per questo c’è tempo, ora accogliamoci.
E lasciamo anche il tempo di sognare, disegnando proprio le nostre fantasticherie per l’anno che è appena cominciato: festeggiare il compleanno con gli amici e non chiusi in casa, conoscere gli alieni, far tornare la nonna sulla Terra, avere una città super illuminata quando scende il buio, andare nello Spazio e salutare tutti dalla Luna, ma anche, evviva evviva, semplicemente stare con mamma e papà. Ed ecco che se prima ci si svicolava velocemente dall’abbraccio della nonna per correre ad accendere la play station, ora non se ne può più di darsi il gomito o assurdità simili e, proprio quella nonna, la vorremmo stritolare per ben dieci minuti. Non diamo nulla per scontato, quindi, e prepariamo lo zaino per domani perché dobbiamo avere tutto l’occorrente per fare esperienza di vita: mettiamoci dentro il contatto che le nostre emozioni ci faranno avere anche se distanziati, inseriamo le differenze di tutti che cercheremo di accogliere anche se non le capiamo e non le accettiamo fino in fondo, non dimentichiamo la speranza per una giornata in presenza e non in assenza. Prepariamo lo zaino con cura, altrimenti la Maestra, da azzurra fatina diventa una nera streghetta e scrive l’annotazione sul registro elettronico per comunicarlo ai genitori!

 di Barbara Mondelli