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Dal pacchetto famiglia della regione Lombardia scompaiono le famiglie numerose

Dal pacchetto famiglia della regione Lombardia scompaiono le famiglie numerose

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Sempre più complicato avere accesso ai buoni regionali “per la famiglia”, che quest’anno, tra i vari criteri, prevedono l’avere un anziano o un disabile ricoverato in una struttura, un figlio minorenne e un ISR inferiore ai 22.000€, senza alcuna differenzazione sulla numerosità del nucleo familaire. Per buona pace della necessità di varare politiche organiche e strutturali, modulate sul quoziente familaire…

(Ln – Milano) “Regione Lombardia mette a disposizione della famiglie lombarde un pacchetto di interventi del valore di 27 milioni; un aiuto alle famiglie in difficoltà per affrontare la difficile situazione economica del momento. La famiglia, che è un bene in sé e perciò un bene per tutti, da salvaguardare e proteggere, è infatti il vero soggetto debole della società contemporanea”. Lo ha detto il presidente della Regione presentando alla stampa il pacchetto di interventi, in una conferenza stampa al Palazzo Pirelli, cui hanno partecipato i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil e i segretari dei sindacati pensionati.
Dei 27 milioni messi, a disposizione della famiglia, 17 milioni sono per il “Buono famiglia 2010” per nuclei disagiati; 7 milioni per progetti di sostegno delle responsabilità familiari e di contrasto al disagio adolescenziale e all’abbandono scolastico e 3 milioni per realizzare progetti di “aiuto alla vita”, destinati a sostenere le madri in difficoltà, durante la gravidanza e fino al primo anno di vita del bambino.

BUONO FAMIGLIA – Prosegue anche quest’anno, con nuove caratteristiche, l’erogazione del “Buono famiglia”, avviata lo scorso anno. “In particolare, per il corrente anno, le caratteristiche dell’intervento – ha voluto precisare l’assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale – sono il frutto di un proficuo confronto tra il mio assessorato e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, regionali e di categoria. L’esito di questo confronto è stata la stesura di un Accordo, che ho sottoscritto con loro, insieme al presidente della Regione, che contiene gli obiettivi condivisi tra le parti e presenta alle famiglie lombarde i nuovi requisiti per poter ottenere il contributo”.
“Il Buono quest’anno sarà di 1.300 euro e verrà corrisposto in un’unica soluzione – ha spiegato il presidente – Verrà assegnato a tutte le famiglie che sono residenti in Lombardia, che si fanno carico del pagamento della retta di un familiare, anziano o disabile, ricoverato in una struttura residenziale della Lombardia (RSA o CSS-Comunità socio sanitaria), e che presentino almeno una delle seguenti due condizioni: avere nel proprio nucleo familiare almeno un figlio, anche in affido, minorenne e un indicatore della situazione di reddito familiare (ISR) non superiore a 22.000 euro; percepire ammortizzatori sociali a causa dell’interruzione o sospensione del rapporto di lavoro”.
Al calcolo dell’Indicatore della Situazione di Reddito (ISR) concorrono: il reddito familiare (eventualmente ridotto del canone annuale di locazione dell’abitazione in cui risiede la famiglia) e altre caratteristiche strutturali (numero dei componenti, presenza di persone con handicap permanenti o invalidità superiore al 66%, famiglie monogenitoriali e famiglia con entrambi i genitori lavoratori). Per fare degli esempi un reddito ISE di 22.000 può corrispondere ad un reddito di 58.520 euro, se la famiglia è composta da due genitori che lavorano e hanno due figli a carico, o ad un reddito di 73.000 euro se a lavorare è un solo genitore ma i figli sono tre, dei quali uno disabile.
La domanda per ottenere il Buono va presentata presso gli sportelli territoriali attivati a livello distrettuale nelle Asl dal 15 febbraio al 5 marzo 2010.
Il Buono di 1.300 euro sarà accreditato, in un’unica soluzione, sul conto corrente bancario o postale della famiglia beneficiaria ovvero inviato con un assegno a coloro che non fossero titolari di conto corrente.
“Ci tengo – ha precisato il presidente – a consegnare i buoni quanto prima: dare alle famiglie la possibilità di spendere è infatti anche un contributo all’economia”
Poichè si stima che le famiglie con i requisiti richiesti siano un numero oscillante tra 13 e 14 mila, con i 17 milioni di euro stanziati sarà possibile soddisfare tutte le richieste.
Entro il 30 aprile prossimo, alla luce delle domande presentate e delle risorse erogate, verrà esaminata la possibilità di incrementare la quota da erogare con particolare riferimento al numero dei figli. Per verificare la veridicità delle affermazioni e la loro rispondenza ai requisiti richiesti per ottenere il Buono, la Regione effettuerà controlli a campione su almeno il 15% delle domande presentate.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto l’Accordo. Tutti hanno voluto precisare che: “Con questo accordo, il nono in 18 mesi che sottoscriviamo con la Regione, noi costruiamo un un pezzo del wealfare. Esso è strettamente collegato a quello che firmammo due mesi fa su come affrontare i problemi sulla non autosufficienza. Stiamo facendo cose, non stiamo facendo retorica”.
Oltre al “Buono famiglia” il presidente della Regione ha poi illustrato il contenuto di altri due provvedimenti, approvati questa mattina dalla giunta e per la cui realizzazione sono stati stanziati 10 milioni di euro. I relativi bandi saranno pubblicati entro pochi giorni.

SOSTEGNO DELLE RESPONSABILITA’ FAMILIARI – Si tratta di una bando da 7 milioni di euro connesso alla legge lombarda 23/99, che ha lo scopo di cofinanziare la realizzazione di progetti innovativi che rispondano alle esigenze delle famiglie per: la tutela della maternità, la formazione al ruolo di genitore; per contrastare il disagio adolescenziale e l’abbandono scolastico.
Progetti cioè il cui obiettivo è quello di aiutare i genitori nella loro funzione di cura e di educazione.
Le azioni dovranno essere rivolte in particolare a: contrastare il fenomeno della dispersione scolastica; organizzare e attivare esperienze di associazionismo sociale, favorire il mutuo aiuto nel lavoro domestico e di cura familiare, fornire adeguate forme di aiuto e sostegno alle donne che subiscono o hanno subito violenze e/o maltrattamenti; organizzare “banche del tempo”; promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione delle famiglie in relazione ai loro compiti sociali ed educativi.
Destinatari, invitati a presentare i progetti, sono: le associazioni di solidarietà familiare; le organizzazioni di volontariato; le associazioni senza scopo di lucro e associazioni di promozione sociale; le cooperative sociali; gli enti privati con personalità giuridica riconosciuta e gli enti ecclesiastici.
“Il finanziamento regionale è a fondo perduto – ha spiegato il presidente – ed è erogato a titolo di rimborso delle spese sostenute. Per ogni singolo progetto, di durata annuale, il finanziamento regionale fino al 70% del costo complessivo, fino a un massimo di 35.000 euro per i progetti di contrasto alla dispersione scolastica realizzati in partnership tra associazioni e fino a un massimo di 15.000 euro per i progetti di mutuo aiuto e formazione ai compiti genitoriali.
I tempi e modalità di presentazione dei progetti saranno definiti dal Bando.

SOSTEGNO DELLA MATERNITA’ – Per realizzare interventi sperimentali e innovativi di “aiuto alla vita”, cioè di tutela e sostegno alla maternità, la Giunta lombarda stanzia 3 milioni di euro.
I progetti, che potranno essere presentati da associazioni di solidarietà familiare, da altri soggetti non profit e da organizzazioni pubbliche e private che gestiscono consultori familiari accreditati.
“Per ogni singolo progetto, di durata annuale, – ha spiegato il presidente – il finanziamento regionale potrà arrivare fino all’80% del suo costo complessivo, per un importo non superiore a 50.000 euro per i progetti il cui obiettivo sia quello di prevenire e rimuovere le difficoltà che potrebbero indurre la madre all’interruzione di gravidanza e di 100.000 euro per i progetti di cui al punto il cui scopo sia quello di predisporre e organizzare, per ogni famiglia che lo richieda, un piano personalizzato di sostegno psicologico, socio-assistenziale e sanitario utilizzando le risorse di enti pubblici e di privato sociale, di volontariato, nonché le reti informali di solidarietà.
Le proposte presentate dovranno contenere: progetti integrati di “aiuto alla vita” che prevedano percorsi di sostegno alle madri in difficoltà, durante la gravidanza e fino ad 1 anno di vita del bambino attraverso servizi di assistenza sanitaria e psicologica, fornitura di beni materiali (abiti, pannolini, alimenti per l’infanzia), sostegno al reddito, eventuali aperture di crediti verso farmacie, inserimento in asili nido, accompagnamento alla formazione e alla ricerca di un lavoro, attraverso la formula di voucher e/o buoni sociali. I progetti potranno riguardare anche la sperimentazione di protocolli operativi integrati di intervento tra i soggetti presenti sul territorio.

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(Lombardia Notizie)