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Assegno Unico: le novità previste nella bozza di legge di bilancio 2023

Assegno Unico: le novità previste nella bozza di legge di bilancio 2023

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Ci avevamo sperato. Ci eravamo anche illusi. Da più parti, sui principali organi di stampa, era comparsa la notizia che avrebbero raddoppiato i famosi 1.200 euro per le famiglie numerose, prevista per le famiglie con quattro e più figli, che la nostra Associazione aveva ottenuto nel 2008 sotto forma di detrazione. Detrazione che sembrava inizialmente essere destinata a scomparire totalmente nell’Assegno Unico, ma che poi è ricomparsa come integrazione dell’Assegno. Integrazione che tante famiglie devono ancora ricevere, come denunciato dalla nostra associazione, malgrado le rassicurazioni dell’INPS.

Tante famiglie si sono rallegrate alla notizia di stampa relativa al raddoppio da 1.200 a 2.400 euro. E hanno iniziato anche a pensare a quale dei tanti capitoli di spesa familiare destinare questa boccata di ossigeno.

Poi, una prima doccia fredda. Nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, viene fatto genericamente riferimento a ‘tre anni’ per l’incremento del 50% dell’Assegno Unico destinato alle famiglie con 3 e più figli. Non si capisce se si intende la durata del beneficio, non è chiaro. Ma poi si insinua il dubbio: forse intende tre anni di età…

Ci siamo passati in rassegna tutti gli organi di stampa. C’è chi citava le parole testuali della Meloni, senza però specificare il senso (incompiuto) della frase.

C’è chi invece riprendeva il raddoppio da 1.200 a 2.400 euro per le famiglie con 4 e più figli, e addirittura lo estendeva a quelle con tre figli.

Pochissime testate accennavano al fatto che fosse legato all’età dei figli.

Poi, è uscita la bozza, aggiornata al 25 novembre, della legge di bilancio, dove finalmente compare il testo relativo all’Assegno Unico, che, nello specifico, dice quanto segue:

A decorrere dal 1° gennaio 2023 per ciascun figlio di età inferiore a un anno, gli importi di cui ai primi quattro periodi del presente comma, come rivalutati ai sensi del comma 11, sono incrementati del cinquanta per cento; tale incremento viene riconosciuto inoltre per i
nuclei con tre o più figli per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro“.

E qui è chiaro che la manovra è andata incontro ai nuovi nati in generale, e ai bambini fino a tre anni delle famiglie con tre e più figli. Introducendo peraltro il limite ISEE di 40.000 euro.

Non solo: è scomparsa anche l’integrazione prevista per i gemelli, di cui avrebbero beneficiato tante famiglie con tre e più figli, e che aveva peraltro una sua logica, alla luce degli inevitabili incrementi di costi a cui va incontro la famiglia quando nascono dei gemelli.

A questo punto, tre sono le considerazioni:

  • bene l’intento promozionale per la natalità per cui è stato scritto l’intervento, e di cui beneficeranno una parte delle nostre famiglie;
  • grande amarezza per tutte quelle famiglie che dovranno prendere atto che l’integrazione per le famiglie numerose rimarrà ferma a 100 euro mensili (e che non potranno contare sulla maggiorazione per i gemelli);
  • grande rammarico per l’ennesimo utilizzo dell’ISEE per questa maggiorazione, malgrado sin dall’inizio abbiamo denunciato come non idoneo al suo utilizzo per l’Assegno Unico.

A questo punto, auspichiamo, nel passaggio che la legge di bilancio avrà nelle due Camere, una integrazione all’articolo sull’assegno unico che dia nuove risorse per le famiglie, in particolare quelle numerose, e indipendentemente dall’età dei figli.

E allo stesso tempo rinnoviamo l’invito ad una revisione strutturale dell’assegno unico affinché diventi uno strumento di politica familiare, e non soltanto di politica assistenziale, com’è attualmente strutturato, che riconosca maggiormente i carichi familiari.

Ci arriveremo?