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Alle Europee “cederemo” il voto ai nostri figli minori. Devono poter decidere

Alle Europee “cederemo” il voto ai nostri figli minori. Devono poter decidere

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L’Italia non consentirà ai sedicenni di votare, altri Paesi sì. La provocazione di una coppia di ricercatori: escludere i ragazzi vuol dire discriminarli. Pagano le scelte degli adulti, non hanno vocLeonardo ha 16 anni.

Frequenta un’organizzazione politica giovanile. In casa parla poco, ma quando accetta di avviare conversazioni che esulano dal calcio, gli argomenti che affrontiamo spaziano dalla guerra a Gaza alle vicende dei partiti politici, dai pregi e limiti dell’ecologismo al il ruolo dei social nella formazione dei giovani. Ginevra ha 13 anni, dice di non interessarsi alla politica ma ha già idee chiare sulla scuola, sulle esperienze internazionali, sulle coppie omosessuali, sullo spazio negato a giovani e bambini nelle grandi città. Entrambi osservano un Paese vecchio e pieno di acciacchi; Ginevra già si vede proiettata fuori da qui almeno per un po’, mentre Leonardo vuole restare, «perché è vigliacco andare via».

Leonardo e Ginevra sono cittadini italiani minorenni e quest’anno “voteranno” per la prima volta alle elezioni europee nonostante la legge italiana lo vieti. Leonardo e Ginevra sono nostri figli e saremo noi genitori a cedere loro il nostro diritto di voto. Ci faremo accompagnare al seggio e voteremo secondo le loro indicazioni. Peccato solo che loro non potranno entrare nella cabina con noi, come accade normalmente in altri Paesi.

Continua a leggere l’articolo completo su: avvenire.it di Lucia Marchegiani e Matteo Rizzolli