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Uno stipendio in più per chi fa figli? Fantastico, ma per il...

Uno stipendio in più per chi fa figli? Fantastico, ma per il problema della denatalità serve il bazooka

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L’imprenditore vicentino Brazzale darà una mensilità a chiunque dei suoi dipendenti avrà un figlio. Perché manca incentivo pubblico: in Italia i bonus bebè costano 144 milioni di euro, contro gli 11 miliardi degli 80 euro di Renzi e i 200 miliardi di pensioni

 

«C’era bisogno di dare un segnale vero: l’Italia e l’Europa devono rimettere i bambini al centro della vita». Suona strano che a dirlo non sia un politico, né un esponente del family day, né un uomo di chiesa, ma un imprenditore – liberale fino al midollo, per giunta – come Roberto Brazzale, da Zané, Vicenza. Al contempo, però, suona bene l’esempio concreto di offrire una mensilità in più, circa millecinquecento euro, a chiunque dei suoi 550 dipendenti – madri o padri – diventi genitore.

Applausi a Brazzale, quindi. Ma non ci sfugga che il suo gesto, celebrato come merita, non è che una cannonata di coriandoli in un Paese in cui la denatalità è un problema che andrebbe affrontato a colpi di bazooka. Giusto per raccontarla tutta: nel 2016 in Italia sono nati 474mila bambini, record negativo da quando esistono le statistiche demografiche, che batte in volata il record negativo del 2015. Il numero di figli per coppia è, in media, di 1,34, insufficiente a sostituire la popolazione italiana, che infatti diminuisce e invecchia e costerà sempre più alle nuove generazioni. Se a questo aggiungiamo che gli immigrati da noi transitano verso altri lidi e che quelli che rimangono qua si adagiano ben presto ai ritmi procreativi italiani, capiamo bene che la situazione non si risolve a colpi di appelli e fertility day.

Un bazooka, dicevamo. Ecco: per quest’anno il governo ha stanziato 144 milioni di bonus bebè, che saliranno fino a 330 entro il 2020. Gli 80 euro – lo sappiamo, torniamo sempre lì: è più forte di noi – costano 11 miliardi di euro. Le pensioni di anzianità – lo sappiamo, di nuovo – costano all’incirca 200 miliardi all’anno. Giudicate voi la potenza di fuoco.

Il bello è che esempi virtuosi non mancano. In Francia, ad esempio, il numero di figli per coppia è di 2,1 e il welfare di sostegno alle famiglie pesa solo un po’ più che in Italia (3,5% del Pil contro il nostro 2,3%). I francesi, tuttavia, si sono messi di buzzo buono e hanno capito che la chiave per far girare la curva demografica era quella di puntare sugli incentivi alle coppie che facevano il secondo figlio. E sopratutto, quella di incentivare e aiutare più possibile l’inserimento lavorativo e il mantenimento del posto di lavoro per le neo-mamme. Tradotto: asili nido e congedi parentali. Per la cronaca e per i difensori della famiglia tradizionale e delle mamme ai fornelli: il 50% dei bambini francesi nasce fuori dal matrimonio (in Italia è il 25%) e il 60% delle donne lavora (in Italia il tasso di occupazione femminile è fermo al 40%).

Viva Brazzale, quindi, e viva le aziende che si danno da fare per cambiare il rapporto tra mamme e lavoro. Ma senza la politica e senza il bazooka dell’incentivo pubblico non si va da nessuna parte. Avviso ai naviganti: su questo tema si gioca la sopravvivenza del Paese. Perché non giocarci pure la prossima campagna elettorale?

 

Fonte: www.linkiesta.it  di Francesco Cancellato