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TEST PER IL BRAVO GENITORE

TEST PER IL BRAVO GENITORE

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Il mio Mattia mi ha fatto un test per scoprire se sono un bravo genitore: la cosa mi interessava parecchio, soprattutto in vista dell’estate, visto il tempo che si passa insieme durante i lunghi mesi di vacanza. Risultati magnifici, ovvero peggio di così non poteva andare e pensare che di figli non ne ho uno solo. Dovrei davvero rivoluzionare tutto il mio modo di essere mamma per ottenere un buon punteggio. Tanto per cominciare, sono infatti onnipresente (naturalmente in senso negativo) e devo acquisire un certo grado di distacco per il bene del mio pargolo. Sono sempre in prima linea: a scuola, a catechismo, nello sport, ai corsi di musica e quindi, secondo il test, non stimolerei mio figlio a inventarsi cose nuove, a escogitare diversi passatempi, a pensare col suo cervello. Non vado al cinema, a teatro, nella località di mare che vorrei, a visitare una città che desidero per la paura di rubare tempo e spazio al mio bambino e di non accontentarlo nelle sue richieste. In sostanza, gli creerei dipendenza, sempre secondo il test naturalmente. Avrei preferito che venisse fuori che sono una madre equilibrata, è chiaro, chi non lo preferirebbe. Almeno sarei risultata soddisfatta del mio ruolo perché, in quel caso, terrei presenti anche le mie altre passioni e mi mostrerei paziente con la capacità di capire che ad ogni momento difficile ne segue uno impagabile. Sarei anche entusiasta perché sempre giovane e fresca nelle mie idee. Invece no, io sono onnipresente con mio figlio, lo stesso figlio che mi ha fatto il test e ha riso come un matto alle risposte, a parte quando la domanda “era cosa faresti se tuo figlio ti chiede un cane”, lì si è proprio incarognito visto che non glielo ho mai concesso e mai glielo concederò e quel meraviglioso test non ha fatto altro che rigirare il coltello nella piaga. Però se lui un po’ ha riso, un po’ mi ha compatito e un po’ si è scocciato, qualcosa vorrà pur dire. Qualcosa vorrà pur dire anche il fatto che di figli non ne ho uno solo ma tre in più.
Forse dire che sono una mamma onnipresente con tutti e quattro i figli è un po’ eccessivo, temo che nessuna mamma numerosa lo possa essere. Per quel che mi riguarda, è più giusto dire che sono una mamma rompiballe, questo si, lo riconosco, lo sono davvero. Mi piace rompere, stimolo i miei figli e non li faccio dormire sugli allori. E poi rompo a tal punto che si ricordano sempre di me e delle mie eventuali reazioni, in fondo se ho fatto tanti figli era per non annoiarmi mai ed esserci sempre per i loro bisogni (importanti e non). Quando Mattia, mentre siamo in piscina mi chiede di giocare con lui a carte, è bello accontentarlo, non sarà certo un suo bisogno primordiale, ma se me lo chiede significa che lui sta bene con me e in quel momento gli farebbe piacere. Potrei anche rispondergli di no perché salta fuori nell’unico momento in cui ho un quarto d’ora di tempo per socchiudere un occhio, ma se dico che non ne ho voglia, non posso lamentarmi se poi si rifiuta di spegnere il computer per dare una mano ad apparecchiare o a intrattenere sua sorella quando ce n’è bisogno. Quando Emma arriva con trentacinque libricini sotto il braccio e dice “leggi, mamma” potrei anche dire di no, a volte in effetti lo faccio, ma solitamente l’accontento, in fondo non mi sta chiedendo di aiutarla a scartare tre pacchi di caramelle da infilarsi in bocca tutte in una volta. Anzi, magari, leggendo, arriva l’ora di cena senza che ce ne accorgiamo, lei non ha avuto il tempo di pensare a come riempirsi la pancia di schifezze e divora minestrone e bistecca che altrimenti sarebbero diventati scarto per la cena dei genitori. E se questo significa essere onnipresenti per me va bene: prima o poi daranno i loro frutti la disponibilità dedicata ai figli, l’allegria di quando con loro ci si diverte davvero, la spensieratezza manifestata nei momenti di vacanza quando loro per primi ci guardano con occhi diversi perché è tutto magico e gioioso, la sensibilità dimostrata nel comprendere i loro piccoli-grandi problemi, l’arricchimento che deriva da ogni piccolo contatto che chiedono.
Spesso sono apprensiva, esagerata e talvolta mi sento onnipotente (e quale mamma numerosa non si è sentita così almeno una volta?), mi sembra che senza di me tutto il loro mondo crollerebbe. Per fortuna non è così, perché i bambini hanno mille riserve, mille modi di reagire che tirano fuori nei momenti più impensati e non credo disprezzino poi tanto una mamma che si preoccupa di far frequentare ambienti sani, che insegna a distinguere le amicizie (non è vero che vanno tutte bene, a nessuna età), che se li vede annoiati oltre misura propone un giro in bicicletta per la campagna, parole crociate, libri di avventura e cartoni animati vecchio tipo. Una mamma forse davvero onnipresente, ha ragione il test, ma meglio così che distaccata, disinteressata, desiderosa di tutt’altro, impaziente, e chi più ne ha più ne metta. Mi piace essere onnipresente: riesco comunque a mantenermi persona oltre che genitore. Non andrò al cinema ogni volta che mi pare, ma mi ritaglio spazio e tempo appena posso, anche in casa mentre i figli dormono, giocano o litigano. Mi accontento di vacanze formato famiglia perché proprio non mi interessa il viaggio alle Maldive, avrò tempo per farlo quando saranno cresciuti e magari mentre sarò lì rimpiangerò i giorni tutti insieme sulla riviera romagnola.
Ho poco tempo per oziare sul divano, non so nemmeno cosa siano certe trasmissioni demenziali, la mia parrucchiera mi vede tre volte all’anno, non riesco a mettermi in dieta perché cucino dodici ore al giorno. Eppure la mia vita è già piena di tutto ciò che potrei desiderare, vengo quotidianamente messa alla prova da mille richieste ma cerco di gestirle nelle loro priorità, a volte entro in panico ma poi mi ricordo che le soluzioni si trovano un po’ per volta e quando proprio non trovo soluzione provo a guardare il problema con gli occhi del figlio di turno che mi sta ponendo quel problema e spesso la soluzione appare quasi scontata. Ho un lavoro che mi soddisfa, che mi piace, che mi gratifica, ho alcune passioni che mi riempiono quella minima parte di vita che i figli lasciano scoperta. Ne deduco che mi piace essere un genitore onnipresente: il test aveva ragione, ma io lo leggo in positivo. Buone vacanze a tutte noi, mamme numerose (e un pochino onnipotenti).
Barbara Mondelli