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SICILIA: C’E’ CHI VUOLE SCATENARE UNA GUERRA TRA POVERI

SICILIA: C’E’ CHI VUOLE SCATENARE UNA GUERRA TRA POVERI

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Non si può rimanere impassibili davanti alle sconcertanti notizie che arrivano dalla Sicilia a proposito del famoso contributo istituito dal governo Prodi alle famiglie numerose, un contributo pensato per venire incontro alle spese ingiustamente sostenute dalle famiglie extralarge per quanto riguarda tariffe elettriche, gas, immondizia.
Il contributo, statale, era stato erogato alle regioni che ne dovevano organizzare la distribuzione rispettando comunque lo spirito e la destinazione dell’iniziativa, voluta quando ancora non si parlava (e sparlava) di crisi.
Ma sono passati due anni e ancora non tutte le regioni hanno approntato la distribuzione dei fondi.
Tra le regioni più ligie, la Sicilia, che però ha stravolto lo spirito della rimessa (risarcire le famiglie numerose ingiustamente vessate) per presentare quel contributo come un
“concedere aiuto reale alle famiglie che si trovano effettivamente al limite della povertà, evitando inutili contributi a pioggia che non darebbero un concreto supporto ai bisognosi ed anzi costituirebbero una spesa inutile per le casse dello Stato”. Sono parole dell’assessore Scoma, tratte dall’articolo del Giornale di Sicilia che potete leggere in allegato, che ci spinge a prendere in mano la penna (anzi il computer) per ribattere, in un interlocutorio che altre volte ci è stato negato, alle dichiarazione dell’assessore.
Inutili contributi a pioggia?
Inutili anche per le famiglie che non rientrano nei parametri, magari per 50,100€?
Il tetto ISEE fissato dalla Regione Sicilia (5.000 €) era così basso da escludere anche molte famiglie che già nella povertà si trovano e da escludere una grande fetta di famiglie che, magari con un solo stipendio di operaio o impiegato ma una dichiarazione fino all’ultimo centesimo, sforano un tetto Isee talmente irrisorio da fare intervenire persino Il sottosegretario Giovanardi!
Le famiglie che avrebbero beneficiato dell’assegno di 800 € erano 3.738, per un totale di spesa di 2.990.400. Ma il finanziamento statale era di 3,3 milioni di Euro: e gli altri soldi? Come sarebbero stati utilizzati?
Per indurre la Regione a utilizzare i fondi nel mdo e con lo spirito a cui erano destinati, circa 200 famiglie, con il sostegno dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose hanno dovuto impugnare la decisione e fare ricorso al Tar, per il bene di TUTTE le famiglie numerose della Sicilia, non solo quelle indigenti che comunque dovrebbero già (sperando nei servizi sociali locali) rientrare in un programma di sostegno. TUTTE LE FAMIGLIE NUMEROSE A CUI ERA DESTINATO IL FONDO BINDI, famiglie che non navigano certo nell’oro ma non rientrano nei paramentri assurdi della Regione, che ha tutti i diritti (e doveri) di aiutare le famiglie indigenti, senza ricorrere però a fondi destinati anche alle altre.
La vicenda suona confusa e si aspetta con fiducia il pronunciamento del TAR, Intanto resta, al di là della questione, la sconcertante impressione che si siano usate le famiglie indigenti come scudo, scatenando una incredibile e irresponsabile guerra tra poveri che già al comune di Licata ha causato danni reali, per non parlare delle minacce e riprovazione verso chi, come la nostra Associazione, si è reso colpevole di avere intralciato la distribuzione dei fondi.
In allegato l’articolo del Giornale di Sicilia con l’intervista all’assessore Scoma.

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giornale_sicilia.pdf