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Se la scuola…

Se la scuola…

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Grazia Pia Vitillo è una mamma numerosa, famiglia delegata ANFN di Vico del Gargano. Il suo contributo sul tema “la scuola che ho, la scuola che vorrei”, oggetto di un nostro forum, è stato pubblicato anche su “Fuoriporta”. Chi volesse dare il suo contributo può lasciare un messaggio sul forum o scrivere a redazione@famiglienumerose.org

A parlare o a scrivere di scuola si sbaglia sempre. Ci sono sempre quelli che, tra riforme e controriforme, sono e rimangono scontenti. A qualunque livello: i bambini o i ragazzi, gli insegnanti, i genitori, persino i bidelli. Ognuno la vorrebbe diversa da come è, oggi, quella italiana. Io, da genitore, sapendo di avere idee scomode, tento comunque di esprimere il desiderio di come vorrei che fosse. Con la speranza, magari, di suscitare un utile confronto con chi lo chiederà. Da genitore, senza avere nessuna ”verità in tasca”, che tipo di scuola vorrei? Mah…Semplicemente diversa. E allora comincio a sperare che sia una scuola dove ci sia più libertà di scelta sui metodi, sull’organizzazione e sulla partecipazione condivisa. Che abbia come centro di interesse il bambino da educare, istruire, stimolare, crescere sul piano umano, della socializzazione e della conoscenza. Cominciando dal rispetto della normativa (D.M. 18.12.1975, confermata anche dal min. Gelmini) sugli spazi minimi indispensabili per alunno: scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria 1° grado – mq/alunno 1,80 scuola secondaria 2° grado – mq/alunno 1,96. (Gli standard abitativi determinano una cubatura di aria pro-capite adeguata che se non viene rispettata può causare danni alla salute per un non corretto ricambio d’aria. Infatti, i nostri figli si ammalano con troppa frequenza. Inoltre la loro inosservanza comporta la decadenza dalla validità del certificato di agibilità e del certificato di prevenzione incendi rilasciati sulla base della effettiva planimetria e delle dimensioni delle aule e della scuola). Vorrei una scuola con tanto verde a disposizione, per momenti ricreativi e per la didattica. Una scuola dove gli insegnanti fossero pienamente consapevoli che occorre una vocazione a stare coi bambini, perché si trasmette, in fondo, ciò che si è come persone molto più di quello che si insegna dalla cattedra.
Una scuola che stimoli davvero ad appassionarsi alla scoperta del mondo circostante, che non appiattisca su un piano standard uguale per tutti, ma che, al contrario, esalti e rispetti le differenze, come in un puzzle. Una scuola che non stressi con troppe materie, troppi compiti, troppi contenuti, troppa teoria, troppi libri e quaderni… Il troppo che, a volte, sortisce l’effetto contrario, cioè la nausea, sicché a un certo punto, ci si rifiuta di leggere qualsiasi cosa. Quanti di noi leggono un contratto, specie con tutte le scritte minuscole, prima di firmarlo? Che disastro, se poi nella vita e nel lavoro occorre aggiornarsi sempre, anche leggendo. Quanto tempo sottratto alla pratica delle cose, importante anch’essa come la teoria? Quando esci dall’università italiana devi farti prima una “cura disintossicante” dalle nozioni e imparare, praticamente e sul campo, come funziona, ad esempio, la professione di avvocato. E che dire della mancanza di artigiani altamente qualificati, senza i quali il Paese si fermerebbe? Se la scuola prediligesse la creatività dei bambini, la fantasia, quanto ne guadagneremmo! La creatività, le nuove idee, l’innovazione è una cosa a cui non si può davvero rinunciare. Serve dappertutto, in casa e in ogni lavoro, dallo stilista al tipografo, addirittura nella ricerca di nuovi farmaci contro i tumori, come ha detto il prof. Veronesi ad ELISIR su RAITRE.
Se la scuola fosse così, in Italia, avremmo risolto molte e non prevedibili incognite che pesano sul nostro futuro. Come sistema e come famiglie. E non saremmo famosi nel mondo per i cervelli nostrani che “incentiviamo” a scappare all’estero…

La redazione di Fuoriporta ha inviato copia di questo articolo al ministro Gelmini.

Per i documenti di riferimento: AGE VICO tel. 345.7017908