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SE LA FAMIGLIA NUMEROSA SI APRE ALL’ACCOGLIENZA…

SE LA FAMIGLIA NUMEROSA SI APRE ALL’ACCOGLIENZA…

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La splendida testimonianza di Giovanni e Mimma D’Andola pubblicata a fine agosto su il Corriere dell’Umbria racconta cosa può fare il cuore grande di una famiglia numerosa..

PERUGIA – Mimma e Giovanni D’Andola hanno scommesso sulla famiglia e fatto un 6 che vale più di quello al super enalotto. Proprio 6, infatti, sono i loro figli di età compresa fra gli 11 anni e i 32 anni.
Una famiglia numerosa che i 2 coniugi hanno fatto diventare extralarge aprendo la loro dimora all’accoglienza.
E’ nata così “Casa Maria ed Elisabetta” onlus, un’associazione impegnata non solo nella promozione dell’affido familiare, ma pronta anche a sostenere ragazze intenzionate a portare avanti una gravidanza inattesa, ad ospitare chi ha parenti in ospedale o giovani di modeste condizioni economiche desiderosi di proseguire gli studi. “Abbiamo sperimentato in prima persona le grandi e insospettabili risorse di cui la famiglia dispone, per questo abbiamo voluto mettere la nostra esperienza a disposizione di chi si trova in difficoltà”, dice Mimma.
Una decisione presa 10 anni fa e portata avanti con tenacia e convinzione. “In concomitanza con la nascita dell’ultimo figlio – racconta la volontaria – abbiamo voluto rendere più sistematico l’aiuto che eravamo soliti dare alle persone in difficoltà”.
Persone che, con la mediazione della Parrocchia, della Caritas o dei Servizi sociali, finiscono per bussare alla porta di casa D’Andola.
“Attualmente – prosegue Mimma –, oltre ad una studentessa svedese, a Perugia per imparare la lingua italiana, ospitiamo anche 2 seminaristi provenienti dal Giappone, ma originari di America e Cina. Ci stiamo inoltre occupando di 2 bambini, fratello e sorella, in affido temporaneo diurno”. Senza dimenticare che quattro dei sei figli vivono ancora con mamma e papà e che, oltre ad una zia ultranovantenne accolta per l’estate, spesso in casa D’Andola si aggirano anche i 5 nipoti avuti dai ragazzi più grandi.
Un bel da fare, insomma, per i due coniugi venuti a Perugia dalla Puglia nel 1979. “Ci consideriamo umbri d’adozione”, sostiene Mimma che, nonostante il formidabile impegno volontario riesce anche a fare da baby sitter. “Le spese a cui far fronte sono molte – ammette – e avere un lavoro è indispensabile per provvedere a tutte le necessità”. Ma com’è la vita in una famiglia extralarge? “Ricca, intensa e anche un po’ complicata”, dice la volontaria che riesce perfino a ritagliarsi qualche attimo per la lettura. “Le mie giornate sono lunghe”, afferma. “La sveglia suona alle 6,30 e non vado mai a letto prima di mezzanotte”. In mezzo, ci sono non solo le faccende da sbrigare, ma anche e soprattutto i bisogni affettivi dei figli e degli ospiti a cui pensare. “Non sono una mamma chioccia”, sostiene Mimma. “Sprono i miei ragazzi a trovare la loro strada e cerco d’insegnargli con l’esempio a non voltarsi dall’altra parte, ma ad aiutare chi ha bisogno di una mano”. E loro che ne pensano? “Senz’altro hanno sviluppato una grande sensibilità nei confronti del prossimo, anche se a volte soffrono un po’ per il continuo andirivieni che c’è in casa”, riferisce Mimma. “Del resto –ammette -, in alcuni momenti io stessa mi chiedo chi me lo ha fatto fare”.
Una risposta che i coniugi D’Andola trovano nella Fede. “Non siamo Santi!”, dice Mimma. “Ci sentiamo però interpellati in prima persona quando ci viene posto un problema.
Per questo non deleghiamo mai ad altri il compito di trovare una soluzione”. “Per aiutare il prossimo – sottolinea – bisogna usare il cuore e la testa, altrimenti si rischia di peggiorare ulteriormente situazioni già difficili”. Cambiare vita? “Per riuscirci – esclama – dovrei fare un trapianto di cuore”.

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SCHEDA CASA MAREL.pdf