Le stime della Cgia? «Realistiche». Lo dice Mario Sberna, presidente dell’Associazione famiglie numerose, che ha giudizi severi nei confronti del governo: «Il primo a spingerti a indebitarti – dice Sberna – è il governo che quando nasce un bambino anzichè fare festa per una nuova vita presta alla famiglia 5.000 euro al 4,5% con l’obbligo di aprire un conto corrente, i cui costi portano il Taeg, secondo i nostri conti, all’8%». Più in generale, a originare il boom dell’indebitamento è la crisi: «La spirale è la stessa in tantissime famiglie: manca il lavoro, il salario perde valore, e allora scatta il tentativo di mantenere lo stesso tenore di vita. Prima si attinge ai risparmi dei genitori, poi ci si indebita».
Il «tenore di vita» da salvaguardare – precisa Sberna – non è fatto di lussi, ma di spese necessarie. «Il credito al consumo è già crollato. Quelle che non puoi comprimere sono le spese per mangiare, per pagare il mutuo e per mantenere i figli a scuola». A questo proposito Sberna è critico: «Ormai le scuole, dopo i tagli della Gelmini, ti spacciano per spese di iscrizione ben altro. Le tasse sarebbero 30 euro, invece ti trovi a pagarne 120 per ogni figlio: se ne hai cinque devi fare un mutuo. E anche questo è un modo per mettere le mani nelle tasche dei cittadini».
Sberna accusa il governo per tutta la linea che ha adottato di fronte alla crisi: «Prima ha negato la crisi, ora sostiene che ne stiamo uscendo meglio di altri Paesi. La gente ci crede e intanto fa mutui in attesa che passi la nottata. Sperando non abbia ragione l’economista brasiliano che sostiene che, dopo Grecia e Irlanda, toccherà all’Italia…» M.TE.
