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Roma 11 gennaio: FAMIGLIA E VITA

Roma 11 gennaio: FAMIGLIA E VITA

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Riportiamo alcuni commenti in riferimento alla Manifestazione in difesa della famiglia svoltasi a Roma sabato 11 gennaio.

Bambino = made in… papà e mamma

La “Manif Pour Tous Italia” vista dai suoi partecipanti: giovani, genitori e bambini

Di Luca Marcolivio

ROMA, 13 Gennaio 2014 (Zenit.org) – Le immagini che valgono tutta la Manif Pour Tous sono frutto della creatività dei bambini: mentre i loro genitori ascoltavano gli interventi sul palco a piazza Santi Apostoli, un’area di baby-sitting era stata allestita per i più piccoli.

Un disegno da loro realizzato durante le tre ore di manifestazione reca impresse le impronte di tante manine, quattro sagome a rappresentare una mamma, un papà e due bambini, due cuori e la scritta: Famiglia è un diritto ad avere dei genitori. Affianco un’altra tavola, firmata dalla piccola Raphaelle dove spiccano un tricolore italiano e la scritta: Bambino = made in papà e mamma.

L’azzurro e il rosa, simboli della incontrovertibile differenza maschio-femmina che dà luogo alla vita umana, sono i colori dominanti della Manif Pour Tous romana: ovunque è un florilegio di palloncini e t-shirt di questi due colori. C’è chi si è stampato sul volto l’adesivo con il logo dell’iniziativa e, in tempo reale, lo mostra orgoglioso ai suoi amici su Facebook.

Non mancano le famigliole al completo, tra le quali balza agli occhi una carrozzina in cui dorme beata una bimba di quattro mesi, probabilmente la più giovane manifestante: carrozzina e tutina della piccola sono di un fucsia perfettamente intonato al rosa scuro del logo della Manif…

I manifestanti-tipo sono la giovane mamma e il giovane papà che, tra qualche anno dovranno spiegare ai loro figli, quella che, fino a poco tempo fa, era una pacifica realtà naturale e sociale: i bambini nascono da una madre e da un padre e da loro sono cresciuti ed educati.

C’è chi è venuto da altre città, sacrificando tempo e anche un po’ di denaro. La maggior parte dei gruppi sono autonomi e spontanei, ovvero non fanno capo ad alcuna associazione o gruppo parrocchiale: sono semplicemente famiglie o comitive di famiglie recatesi a Roma per condividere con altre famiglie, la bellezza di ciò che vivono quotidianamente e per preservare questo tesoro prezioso.

Da Bologna, città secolarizzata e piuttosto incline alla mentalità dominante, è giunto un gruppo di una decina di manifestanti, tra cui Elena Tinti, una grintosa mamma di 28 anni. “Ho scelto di sposarmi giovane, poiché ho incontrato un uomo coraggioso che la pensa come me – racconta a ZENIT -. Ce l’abbiamo messa tutta e c’è da difendersi da ogni parte perché questo Stato non ci sostiene in nulla”.

Elena ha due figli piccoli ai quali, appena saranno un po’ cresciuti, spiegherà che “oggi, i loro genitori si sono battuti per difendere quello che vivono in casa, che è qualcosa di vero e di naturale da cui nasci e che, dalla più tenera età, sei portato a riconoscere come qualcosa di bello”.

La diversità tra uomo e donna “ti rende ricco, ti fa crescere, ti porta a uscire da te stesso e ad incontrare una diversità che genera vita, in ogni senso, anche nella società”, dice la giovane mamma bolognese.

Parlando del progetto di legge contro l’omofobia, la signora Tinti si infervora: “Gli omosessuali invece non possono generare vita, è la natura che glielo impedisce: se dirlo è essere omofobi, io sono omofoba, arrestatemi! Mi domando, poi: una volta che mi avranno arrestato, in che carcere mi metteranno? Maschile o femminile?”.

A piazza Santi Apostoli non mancano i giovani, la cui famiglia è ancora solo quella di origine, come nel caso di Alessandro, studente romano di 22 anni, che afferma: “In un momento in cui è in atto un attacco antropologico alla famiglia, sentiamo il dovere di difenderla e far sentire la nostra voce. La famiglia è qualcosa di essenziale nella natura dell’uomo, quindi attaccarla, significa attaccare la natura umana”.

Federico, 21 anni, anch’egli studente, si sofferma invece sulla libertà di opinione, che il progetto di legge Scalfarotto metterebbe a repentaglio. “Questa legge non è essenziale, anzi è dannosa. I dati che abbiamo in mano testimoniano che i casi di omofobia sono molto pochi e quando veniamo a conoscenza di casi di suicidio di persone omosessuali, di solito non è per l’intolleranza di qualcuno, come vogliono far credere i media, ma per malesseri personali e molto profondi”.

Secondo Federico è errato parlare di “matrimonio” tra persone omosessuali anche dal punto di vista “etimologico”. Se si eliminano i “cardini” della famiglia, ovvero le figure del padre e della madre, “si crea confusione nel bambino” e non è più possibile “sviluppare quella serie di valori cui oggi la società vuole fare riferimento”.

“Non basta una legge a zittire le nostre coscienze”

Lo ha detto Pietro Invernizzi, portavoce delle Sentinelle in Piedi, che ha partecipato sabato scorso alla manifestazione di Roma della Manif pour Tous

Di Federico Cenci

ROMA, 13 Gennaio 2014 (Zenit.org) – Molti gli interventi che si sono succeduti, sabato scorso, durante la prima manifestazione nazionale della Manif pour Tous italiana. A salire sul palco anche Pietro Invernizzi, portavoce delle Sentinelle in Piedi, il quale ha esordito con questa efficace testimonianza: “Devo essere sincero, fino a qualche mese fa non avrei mai pensato di dover scendere in piazza. Forse perché fino a qualche mese fa alcune cose – come, per esempio vivere in un Paese in cui la libertà di espressione è garantita – le potevamo dare per scontate. Oggi purtroppo non è più così”.

E non lo è perché il Ddl Scalfarotto passato alla Camera lo scorso 19 settembre, “cosiddetto contro i reati di omofobia e di transfobia”, in realtà ha una “portata fortemente liberticida e non aggiunge alcuna tutela a quelle già previste dal nostro ordinamento giuridico”.

“La Costituzione – ricorda Invernizzi a ZENIT – tutela tutte le persone in quanto tali”. E aggiunge: “Se un omosessuale viene picchiato in ragione del proprio orientamento sessuale, sono già previste dalla legge delle aggravanti; mi riferisco all’art. 61 del codice penale, che contempla la fattispecie dei motivi abietti”.

Oltre che liberticida, il Ddl Scalfarotto è per Invernizzi anche “ambiguo”, poiché “introduce il reato di omofobia senza definirlo da un punto di vista giuridico. Così si lascia una libera interpretazione sia a chi denuncia sia a chi è chiamato a giudicare”. Del resto, Invernizzi si domanda: “Cosa si intende per omofobia?”. La risposta, tristemente retorica, è racchiusa nella vicenda che ha visto protagonista Guido Barilla, “accusato di essere omofobo per aver dichiarato che per le pubblicità della sua azienda preferisce utilizzare l’immagine di una famiglia naturale”.

Se a seguito di queste innocue dichiarazioni si è scatenato tale clamore oggi, cosa potrà accadere domani, a legge approvata? Una sinistra idea ce l’hanno già quanti hanno riempito piazza Santi Apostoli, e quanti sono scesi in strada nei mesi scorsi in ogni parte d’Italia.

Come le Sentinelle, appunto, che hanno un modo di manifestare molto peculiare. “Una provocazione”, per dirla con Invernizzi. “In questo clima caotico – prosegue – noi ‘vegliamo’ in rigoroso silenzio, stando in piedi, a poca distanza l’uno dall’altro, guardando tutti nella stessa direzione. Speriamo che il nostro silenzio diventi rumoroso come sta avvenendo oggi. Confidiamo che sarà così anche in tante altre occasioni”.

Un po’ di rumore l’ha sollevato lo stesso Ivan Scalfarotto la settimana scorsa, quando, intervenendo a una trasmissione di Radio 24, a proposito dei timori delle Sentinelle in Piedi ha affermato: “Pare a volte che le persone che commentano le leggi non le abbiano lette”.

Invernizzi reagisce così alle dichiarazioni di Scalfarotto: “A me sembra abbastanza chiaro che quanto ha dichiarato su Radio 24 è in palese contraddizione con quanto ha scritto sul suo blog il 28 settembre scorso”. Ossia? “Ha scritto – risponde Invernizzi – che si è “accorta benissimo” di come stiano le cose una persona che aveva dichiarato che, con l’approvazione di questa legge,“andranno in galera coloro che sosterranno che il matrimonio gay è una porcheria e che l’adozione dei bambini da parte delle coppie gay un’aberrazione”.

Secondo Invernizzi, c’è quindi un tentativo ambivalente di Scalfarotto, che “da un lato vuole garantire alle comunità gay che chi sostiene certe idee finirà in carcere”. Dall’altro lato, tuttavia, “vuole tranquillizzare una parte di popolazione” sul fatto che, anche a legge approvata, si potrà continuare ad affermare la propria opinione sul matrimonio e sulle adozioni, ma “all’interno di circoli politici o religiosi”.

Comunque sia, dichiara Invernizzi, “per noi non è sufficiente che un cittadino possa esprimersi in un circolo politico o religioso. Ciò che esigiamo è che ogni cittadino possa esprimersi ovunque liberamente”.

Ma se la legge passerà anche in Senato, le Sentinelle proseguiranno le loro iniziative? Invernizzi non ha dubbi: “Certo. Non basta una legge a zittire le nostre coscienze”.