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Ricette anticrisi: Luvinate riduce la Tarsu del 30%

Ricette anticrisi: Luvinate riduce la Tarsu del 30%

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DA VARESE
MARIA TERESA ANTONIAZZA
La crisi continua a colpire forte e i comuni virtuosi si moltiplicano. Piccoli o grandi non fa differenza: quello che si può fare si fa per venire incontro a chi si trova con l’acqua alla gola per colpa della recessione. È così che nelle scorse ore anche il paesino di Luvinate, nella conca a nord del lago di Varese, 1400 abitanti circa, ha varato il suo ‘Piano anti-crisi’, mettendo al riparo non solo anziani soli, ma anche famiglie numerose e con la presenza di persone con disabilità, disoccupati e cassaintegrati. Sono queste le categorie di cittadini luvinatesi interessate alle misure decise dall’Amministrazione locale e approvate nell’ultimo Consiglio comunale.
Dopo l’aumento della fascia d’esenzione dell’addizionale comunale, approvato nell’autunno 2008, ora arriva la riduzione del 30% della Tarsu per il 2009 e per il 2010. «Si tratta di un segno di attenzione e di vicinanza che riusciamo a mettere in campo, anche considerando – sottolineano il sindaco Silvano Calderato e l’assessore alle politiche sociali Alessandro Boriani – il momento non facile che vive l’economia italiana. Secondo aspetto: viene ampliato di ben il 50% il reddito Isee, portato a 12.500 euro, così da coinvolgere in modo significativo la platea di chi potrà essere interessato dagli sgravi».
Le domande andranno presentate entro la fine del prossimo mese di settembre ma il comune conta già di poter sostenere così circa 60 famiglie : «È un’iniziativa che monitoreremo nel corso dell’anno, pronti – sottolinea l’assessore Boriani – ad aggiornare l’intervento secondo l’emergere di nuovi bisogni».
«Tenendo conto degli equilibri di bilancio, delle riduzioni costanti dei trasferimenti nazionali (ad oggi circa -5% nei trasferimenti ordinari) e dell’aumento dei costi dei vari servizi come la Tarsu per il 2009, di cui avremo il nuovo appalto –sottolinea l’assessore al bilancio Agostino Aschedamini – siamo intervenuti dove la legge ci consente, per sostenere da una parte e non gravare dall’altra su chi è già in difficoltà per motivi personali o lavorativi».
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Avvenire