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QUELLO CHE NON CI RACCONTANO DEL TERREMOTO D’ABRUZZO

QUELLO CHE NON CI RACCONTANO DEL TERREMOTO D’ABRUZZO

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La testimonianza di Pia (nome finto per una storia purtroppo verissima) ha raggelato l’afoso tendone di Fiuggi, dove le famiglie ANFN si sono raccolte per l’assemblea nazionale. Pia ci ha raccontato del terremoto e della ricostruzione, di come si vive nelle tende e cosa si aspetta la gente d’Abruzzo per il futuro. Ci ha raccontato una realtà che nessuno ha voluto raccontare prima, troppo scomoda, poco piacevole, poco ottimistica. Restiamo noi a dare voce alle nostre famiglie, a cui staremo sempre accanto con tutte le nostre povere forze.
“Tutto quello che viene trasmesso in televisione o è scritto sui giornali non corrisponde alla realtà. La stmpa d’Italia ci appare imbavagliata”. Il volto è scuro, determinato: davanati alla folla dell’assemblea parla lei, una fiiguria eroica da Pasionaria, ma il marito le si appoggia contro, come a puntellarla.
Pia é un fiume in piena e snocciola davanti alle famiglie allibite dati e situazioni paradossali:” Il contributo mensile per i single é di 200€ , per una famiglia di 4 persone arriva a un massimo di 400€, le famiglie numerose non sono contemplate.
Dal 1 gennaio ricominceremo a pagare le tasse e dovremo restituire il 100% di quanto non abbiamo pagato durante la sospensione. E per i mutui, possiamo rinegoziarli ma dobbiamo continuare a pagarli, anche se non abbiamo più la casa. A noi va ancora bene, avevamo solo due anni, ma ci sono famiglie che devono pagare dieci, quindici anni di mutuo per una casa che non hanno più”.
E poi ci sono gli espropri: per costruire le “piattaforme” ( che Pia definisce “loculi”, per le loro dimensioni-52m2- inadatte a una famiglia normale, peggio che mai per una numerosa) lo Stato può espropriare a suo piacimento. “Noi rischiamo di vederci espropriare un campo coltivabile che con la mancanza di lavoro che c’è è l’unica speranza di reddito”.
Servirebbero 13.000 piattaforme, dice Pia, ma ne verranno pronte 508, a novembre. “Non smaltelleranno i campi, ne resteranno 56. Dovremo passare l’inverno nelle tende. E qui la temperatura di notte scende sotto lo 0 già a partire da ferragosto.”
I campi sono recintati, per sicurezza, certo ma nelle grandi tende, da 6- 18 posti letto, la situazione sta diventando invivibile. Nei campi tenda
anche incontrarsi in 4, 5 amici diventa “un assembramento” , che subito qualcuno viene a sciogliere: “siamo un paese militarizzato. Molti sono stati arrestati per sciacallaggio, mentre semplicemente cercavano di recuparare le loro cose. Non sapevano che dovessero sempre farsi accompagnare.”
Chi entrerà nelle piattaforme non ne diventerà proprietario, ma dovrà, in un secondo tempo, pagare un “affitto sociale”: E a proposito di soldi Pia rivela: ” in mano alla popolazione non ne sono arrivati: tutte le iniziative, dagli SMS al 48548, le raccolte fondi, concerti, partite di calcio… tutto viene incamerato dall’organo governativo della Protezione Civile. Il terremoto costa allo Stato 100€ al giorno per persona nelle tende. In albergo ne costa 48€. Una tenda della Protezione Civile costa 8.000€: quando saranno chiusi i campi verranno bruciate. Non è vero che ci sono il 72% di case agibili: hanno dato agibile di tipi1 ad uso abitativo la nostra legnaia… ma in questo modo non avremo diritto ai “loculi”. E così hanno risolto il problema di dare una casa per l’inverno a tante famiglie”.
C’è un’ altra tragedia di cui non si parla : la catena di suicidi tra chi vive nelle tende, dove gli uomini “sbroccano” (si lasciano andare), travolti dall’angoscia di non avere un lavoro, una casa, non sapere quale futuro offrire alle loro famiglie. E gli anziani, che si lasciano morire per non essere di peso: “in un paese con meno di 3000 abitanti ne sono morti 38….”
Non è bastato accendere i riflettori del mondo su L’Aquila con il G8 per dare una speranza di futuro alla gente aquilana, anzi: “Per il G8 sono stati spesi quasi 2 miliardi” dice Pia “e i lavori di sgombero e di ricostruzione sono stati sospesi per due mesi, non è stato permesso nemmeno a noi di fare lavori alle nostre case”.
Paradossi, assurdità, promesse,con la gente privata del lavoro, della casa ma anche della libertà e della dignità personale.
“Alle prime scosse, il 6 aprile, con una magnitudo intorno al 4.6 siamo scesi tutti per strada. La gente del nostro vicolo era, molto spaventata, si rivolgeva a noi per sapere come comportarsi. Li abbiamo esortati con tutte le nostre forze a rimanere fuori, in spazi aperti, abbiamo suggerito di prendere e portare con sé coperte, cuscini, medicinali, documenti, vestiti.Noi , come tanti altri, eravamo al corrente di cosa stava succedendo, ormai dal 13 dicembre, in territorio aquilano.Un tecnico del laboratorio di Ricerca Nucleare del Gransasso, certo Giampaolo Giuliani, ha da anni messo a punto dei macchinari attraverso i quali, monitorando il Gas Radon che sale in superfice quando si verificano dei movimenti tellurici, si può segnalare l’ora (con uno scarto da 6 a 48 ore), l’epicentro e la magnitudo dell’evento sismico. Questo metodo é da anni sottoposto a verifiche da parte della nostra comunità scientifica senza risultati ufficiali. La NASA, ente americano e l’osservatorio spagnolo, gli hanno chiesto il brevetto dietro laute ricompense, alle quali Giuliani ha per il momento rinunciato per rimanere in Italia.
Sottolineo il fatto che in questi ultimi mesi Giuliani è stato maltrattato, perseguitato, censurato, come tutti quelli che lo hanno seguito; anche noi.Questa è quanto è successo. Il futuro?
Non esiste,
Non esiste nel senso che siamo stati abbandonati.
La nostra vita, i nostri affetti non ci sono più. Più volte al giorno amici, conoscenti o sconosciuti che hanno recuperato il mio numero di telefono mi inviano questo messaggio.sono disperata, rivoglio la mia vita.
Non rispondo più, non so cosa rispondere. “