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QUANDO LE CULLE SONO VUOTE

QUANDO LE CULLE SONO VUOTE

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A Pisa incontro con l’economista Ettore Gotti Tedeschi ed il segretario nazionale ANFN Paolo Puglisi

I demografi l’hanno battezzato inverno demografico. Poche culle, pochi bebè, tanti anziani. In Europa, il tasso di fecondità è molto basso: tra i 150 e 160 figli ogni cento donne, molto al di sotto della soglia di sostituzione fissata in 210 figli ogni 100 madri. L’Italia è il fanalino di coda, sotto la soglia di 140 bambini. Per quali ragioni in Italia e più in generale in Europa, si fanno pochi figli? Come la mentalità contraccettiva ha conquistato il vecchio continente? E ancora, che relazione esiste, se esiste, tra crisi economica e crollo demografico? A queste domande ha provato a rispondere l’Associazione Scienza & Vita di Pisa e Livorno, tramite un convegno alla quale hanno partecipato due eminenti studiosi come il bioeticista pisano Renzo Puccetti, docente alla pontifica università Regina Apostolorum di Roma e l’economista e banchiere Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, attento studioso dei temi della denatalitá. Partner dell’iniziativa, il Forum provinciale delle associazioni familiari, l’associazione nazionale famiglie numerose, i Giuristi Cattolici, il Centro per la Vita di Pisa e il Centro Cattolico di documentazione. Il saluto dell’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto, ha introdotto i lavori, evidenziando in prima battuta “quanto la vita che viene al mondo è sentita come una presenza scomoda, un problema in più, una insormontabile difficoltà economica. C’è un condizionamento culturale fortissimo, dovuto soprattutto ai mezzi di comunicazione, che porta a oscurare il tema della natalità e quindi della vita stessa”. Da questa premessa, l’accorato invito dell’arcivescovo alle associazioni di “essere tutte unite per estendere l’attenzione a questo tema, attraverso nuove modalità di racconto, capaci di presentare la bellezza insita nella vita”.

Non ha parlato di fede e di materia religiosa, ma di natura umana e di leggi naturali, l’economista Ettore Gotti Tedeschi, uno degli estensori dell’Enciclica di BenedettoXVI Caritas in Veritate, adeguatamente intervista dal giornalista di Toscana Oggi Andrea Bernardini. L’origine dell’attuale crisi economica sono ben spiegate in questa enciclica – ha esordito Gotti Tedeschi: “C’è un creatore che ha creato la vita e la sua dignità. Le leggi naturali regolano la creazione. Se non ho rispetto di queste leggi, finisco con lo squassare il senso stesso della creazione. La Chiesa Cattolica è l’unica autorità morale mondiale organizzata in una struttura. In una fase di crisi acuta come quella di oggi, tutti ascoltano quello che dice il papa, soprattutto i laici, preoccupati da questa globalizzazione mondiale e accelerata, provocata per egoismo. Ma quando viene a mancare l’autorità morale, si assiste ad un crollo inevitabile dei comportamenti”. Scendendo progressivamente al cuore della questione, l’ex banchiere vaticano ha dimostrato, con dati e statistiche, come senza crescita della popolazione è impossibile che il Pil possa continuare ad avanzare: “Se la popolazione non aumenta, l’economia alla lunga ristagna. Che cosa è accaduto a partire dagli anni Settanta, perché il Pil potesse continuare ad aumentare, nonostante lo stop demografico? Attraverso la creazione di una mentalità consumistica, abbiamo smesso di risparmiare e ci siamo messi a consumare freneticamente, in virtù di una radicale messa in discussione della sacralità della vita. Per non fare figli, con l’idea di diventare ricchi, ci siamo autodistrutti. L’assunto antropologico di fondo, è quello di un uomo inteso come animale intelligente, che si soddisfa materialmente, trascurando però la dimensione intellettuale e quella spirituale. Negli ultimi trent’anni, è venuta a mancare proprio l’alimentazione intellettuale e spirituale, e se nel 1975 i risparmi in Italia rappresentavano tra il 25% e il 27% dei redditi, oggi questa percentuale è scesa al 4%. Abbiamo alimentato la crescita, quasi un punto di Pil all’anno, mangiando interamente i nostri risparmi”. Gotti Tedeschi ha tentato di spiegare, a cospetto di una attenta platea, perché i giovani fanno sempre più fatica a trovare lavoro: “Il crollo dei risparmi ha significato crollo parallelo delle risorse finanziare a disposizione delle banche. Ma senza i soldi dei banchieri, il credito alle imprese si riduce così come quello degli investimenti, mentre gli istituti di credito si inventano i derivati. Nel frattempo, in trent’anni, abbiamo delocalizzato all’estero il 60% delle produzioni industriali, sempre con lo scopo di alimentare i consumi, ma questo, evidentemente, non ê bastato ancora. Fino ad arrivare ai giorni nostri, dove ci attacchiamo all’ultimo modello: la crescita a debito dello Stato. E così, invece di far crescere il Pil, si fanno le patrimoniali per aumentare ancora di più le tasse”. Una possibile soluzione è nella curva del cosiddetto baby boom: “Tra il 1945 e il 1960 negli Usa sono nati 80 milioni di nuovi americani. Se si applicasse questo modello all’oggi, i redditi aumenterebbero del 230%, senza contare l’effetto crescita dovuto alla costituzione di nuove famiglie, in partenza, un 15% di valore in più”. Come la mentalità contraccettiva abbia conquista l’Europa è un tema che ha affrontato nella sua convincente relazione il professor Puccetti. La società contraccettiva “si struttura intorno al paradigma di una libido soggettiva che diventa unico criterio per giudicare gli atti umani, secondo il principio che è bene tutto quello che mi da piacere. Con l’arrivo della pillola, il sesso si slega dalla relazione amoroso e i rapporti diventano per gioco. Aumentano vertiginosamente i rapporti prematrimoniali e poiché i metodi contraccettivi non sono infallibili, crescono i bambini senza padri, aumentano gli aborti, si sviluppa un welfare maggiore per le donne single”. Numerose sono le correlazione statistiche evidenziate dall’intervento del professore pisano, tra cui più la contraccezione si diffonde, più crescono i divorzi, la riduzione di matrimoni e l’aumento di convivenze è causa di riduzione delle nascite, mentre si allunga moltissimo il momento del primo figlio. La considerazione finale è che “la mentalità contraccettiva è così potente da realizzare il paradosso per cui oggi le donne fanno meno figli addirittura rispetto a quelli che desidererebbero avere”.
Conclusioni finali del convegno ad opera di Paolo Puglisi, segretario nazionale Famiglie Numerose, che rappresenta oltre 16 mila famiglie in tutta Italia. Una vera e propria testimonianza di vita, un racconto in prima persona di quanto le famiglie rappresentano ancora oggi un punto di riferimento e di promozione dei valori quali la condivisione, la generosità, il rispetto dell’altro.