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Proposte per un’Isee più equo

Proposte per un’Isee più equo

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Proposte tecniche per rendere l’ISEE più equo e flessibile
G.Barbieri – Clesius S.r.l.

Il seguente documento descrive alcune proposte tecniche per migliorare e rendere più equo e flessibile l’ISEE (DL 139/00). Deriva dall’esperienza positiva maturata con un analogo strumento messo a punto dalla Provincia Autonoma di Trento denominato ICEF (Indicatore della Condizione Economica Familiare). Alcune scelte adottate nel sistema trentino potrebbero essere adottate a livello nazionale per l’ISEE rendendolo più equo e flessibile, senza tuttavia comprometterne l’applicabilità in realtà della Pubblica Amministrazione meno evolute.
La proposta prevede di mantenere una dichiarazione sostitutiva ISEE unica a livello nazionale in termini di modulistica e di dati richiesti al cittadino valida per 1 anno, accompagnata da una attestazione di calcolo dell’ISEE basata su un algoritmo e su un set di parametri (es. franchigie) di riferimento per tutte le amministrazioni che erogano prestazioni sociali agevolate. Tuttavia, a differenza di quanto avviene ora, l’algoritmo e i parametri di calcolo dell’indicatore possono essere modificati dalle amministrazioni per tenere conto di situazioni particolari: ad es. la franchigia sul valore dell’abitazione di residenza è del tutto plausibile che sia diversa tra il comune di Roma o di Milano e qualche piccolo centro periferico.
In questo modo le amministrazioni locali che ritengono adeguata la valutazione standard o che non hanno una struttura amministrativa evoluta utilizzano l’attestazione standard disponibile presso la banca dati dell’INPS (come avviene attualmente), mentre quelle che necessitano di maggior flessibilità utilizzano i dati della dichiarazione unica depositati nella banca dati INPS per produrre con mezzi propri valutazioni più sofisticate.
Un discorso a parte merita la composizione del nucleo familiare, forse l’elemento di maggior rigidità dell’attuale impianto dell’ISEE. Basti pensare a tal riguardo alle politiche rivolte alle giovani coppie che vogliono costituire una nuova famiglia o alle politiche per gli anziani: in questi casi ricondurre ciascun componente ad un unico nucleo è una forzatura che rende l’ISEE di difficile applicabilità. Anche in questo caso, pur mantenendo la dichiarazione ISEE a livello di nucleo standard, è opportuno prevedere che in talune circostanze sia possibile ricomporre nuclei familiari diversi da quello standard, senza che necessariamente siano nuclei estratti come prevede l’attuale normativa.
Tutto ciò implica che la banca dati INPS si evolva verso un sistema “service oriented”, ovvero che non sia più essenzialmente un deposito di dati dalla periferia al centro, ma soprattutto un contenitore con cui ridistribuire con facilità i dati inseriti in tempo reale. Le moderne tecnologie (web services) consentono di realizzare l’approccio proposto con sufficiente stabilità, affidabilità, sicurezza ed efficienza.
Storicamente l’attuale indicatore unico (DL 130/00) è stato voluto soprattutto dalle organizzazioni sindacali per semplificare l’iter burocratico previsto dall’originale DL 109/98 che lo rendeva di fatto inapplicabile. L’indicatore unico non è più un requisito indispensabile realizzando un sistema informativo on-line che gestisca le dichiarazioni. Tale sistema non era pensabile a livello nazionale nel 2000, mentre ora l’evoluzione della tecnologia lo renderebbe possibile.
Alla luce di quanto detto, i cambiamenti dell’ISEE più importanti potrebbero essere i seguenti:
➢ Revisione della dichiarazione ISEE in termini dei dati richiesti per effettuare la valutazione della situazione economica: ulteriori detrazioni oltre l’affitto (imposte, spese mediche, contributi previdenziali obbligatori, versamenti ai fondi pensione complementare, assegni di mantenimento), redditi da impresa e lavoro autonomo valutati in base agli studi di settore, fonti di entrata per le quali il fisco prevede regimi di non dichiarabilità, di esenzione o di esclusione.
➢ Definizione di parametri di calcolo standard (franchigie mobiliari ed immobiliari, percentuale di valutazione del patrimonio, ecc.) che servono per calcolare l’ISEE standard
➢ Revisione di alcune modalità di calcolo dell’ISEE: scala d’equivalenza, reddito disponibile invece che reddito lordo, peso del patrimonio con qualche forma di progressività, ecc.
➢ Definizione dei gradi di libertà lasciati alle amministrazioni periferiche
➢ Evoluzione del sistema informativo ISEE presso l’INPS verso un sistema “service oriented”
In questo modo le amministrazioni più attente ed efficienti possono realizzare un proprio sistema informativo simile a quello dell’ICEF che lega i dati della situazione economica ai benefici erogati, permettendo loro di disporre di importanti strumenti quali:
– controlli delle dichiarazioni semiautomatici sulla base dell’esito delle pratiche, evitando di controllare pratiche che non hanno prodotto benefici e rendendo nel contempo più probabile il controllo di pratiche che hanno ottenuto benefici consistenti
– pianificazione delle risorse (scenari) per valutare a priori l’impatto di nuove scelte, quali la variazione della tariffa o dei criteri di accesso. In questo modo è possibile conoscere in anticipo e con buona precisione quanto costa una certa politica sociale e nel contempo evitare di creare lunghi elenchi di domande idonee che poi non saranno beneficiarie per mancanza di fondi
– valutazione di dove finiscono le risorse per verificare l’efficacia dei provvedimenti adottati.
Le amministrazioni che attualmente vogliono disporre di queste funzionalità si trovano spesso di fronte alla necessità di reinserire i dati dell’ISEE, con grosso dispendio di lavoro ed elevata possibilità di errore. Il progetto proposto va nella direzione della Pubblica Amministrazione Digitale e dei sistemi E-Government, oltre che favorire il decentramento amministrativo in modo tale che chi è delegato ad erogare le risorse (Regioni e Comuni) e quindi di rispondere verso i cittadini del proprio operato, lo possa fare in base a delle scelte proprie che tengano conto delle caratteristiche economiche e sociali del territorio in cui operano.