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Mantova, il Giubileo di Busti: «Basta coi pregiudizi, la fede sia dialogo»

Mantova, il Giubileo di Busti: «Basta coi pregiudizi, la fede sia dialogo»

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Folla alla cerimonia di apertura della porta santa in Duomo. Il vescovo celebra tra cattolici, credenti di altre religioni, profughi e una coppia di divorziati risposati

MANTOVA. Il Giubileo del mantovani ha tutti i colori dell’umanità, parla tante lingue, si riconosce in valori condivisi da diverse religioni, spazza via pregiudizi e lancia un messaggio rivoluzionario, invitando i fedeli ad aprire le porte delle proprie case per lasciare entrare il respiro del mondo, proprio come oggi 13 dicembre il portone principale del duomo di Mantova si è spalancato sul Giubileo straordinario della misericordia.
I primi a varcare la porta, aperta dal vescovo, monsignor Roberto Busti, sono stati i profughi ospitati nei centri di accoglienza della Caritas, seguiti dalla comunità ghanese, che ogni domenica si riunisce nella chiesa parrocchiale di Cerese per seguire la messa in italiano e, una volta al mese, anche in inglese.

Dopo di loro hanno sfilato parecchi giovani ed alcune famiglie, tra cui quella formata dai giovanissimi coniugi di Castellucchio Angelo (34 anni), Stefania (27) e dai loro bambini: Maria Chiara (7 anni), Luigi (5) e Sofia (3). «Siamo mosche bianche – hanno commentato, poco prima di entrare in chiesa – perché fare più di un figlio in giovane età è diventata una scelta controcorrente». Le difficoltà non mancano e sono soprattutto economiche.
«Non è facile vivere in 5 con un solo stipendio – sottolinea Stefania – Io sto cercando lavoro, ma, quando dico che ho tre bimbi, mi ridono letteralmente in faccia». Ma Angelo e Stefania vanno avanti sul loro cammino e sognano di avere un quarto figlio: «Ci piacerebbe adottarne uno».


Accanto c’era anche una coppia di divorziati risposati (importante segnale di apertura della chiesa mantovana verso le famiglie allargate) e i rappresentanti di altre fedi, tra cui alcuni ortodossi e il segretario del centro islamico, Sarrar Hassan, che ha sottolineato: «Le religioni hanno sempre vissuto insieme, perciò possiamo convivere in pace, aiutandoci e volendoci bene». Sono queste le persone che il vescovo ha voluto accanto a sé nel corso della lunga cerimonia con cui Mantova ha dato il via alle celebrazioni dell’Anno Santo.
«Sono segni piccoli di un serio percorso giubilare, che avvolge la nostra vita e la storia dell’infinita misericordia ricevuta e ridonata – ha sottolineato Busti – Una strada percorsa dal Sinodo diocesano che andiamo a concludere, impegnandoci per assomigliare al volto di Gesù che vogliamo mostrare».

Nell’omelia il vescovo ha esortato i fedeli ad evitare i giudizi e ad aprire il cuore e l’immaginazione a soluzioni più umane, aggiungendo: «Anche la fede dovrà cessare di essere sterile e muta, diventando parola e testimonianza, dialogo che supera pregiudizi e sospetti, tempo e dedizione per lenire i dolori, strada che vince il peccato, perdono gratuito, volontà aperta alle esigenze dei più poveri, che non sono a conoscenza dell’amore di Dio, perché non sperimentano l’abbraccio dei fratelli».

Fonte: gazzettadimantova.gelocal.it di Rita Lafelli