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LIBERATE DON SANDRO! Firmate l’appello.

LIBERATE DON SANDRO! Firmate l’appello.

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Dal 28 ottobre 2007 don Sandro De Pretis, sacerdote trentino incardinato nella diocesi di Gibuti, nel Corno d’Africa, è in carcere con accuse che variano dalla pedofilia alla corruzione di minori.

Accuse ritenute palesemente infondate e pretestuose, che nascono da una campagna diffamatoria che ha radici altrove, affondando in vicende che risalgono agli anni Novanta e che toccano gli interessi francesi nel Paese.

Dopo 80 giorni di detenzione, Vita Trentina lancia un appello alla mobilitazione per la liberazione di don Sandro, chiedendo, insieme alla comunità di Trento e di Gibuti, il sostegno anche del popolo dei navigatori.

L’appello è ben visibile sull’home page del settimanale di informazione della diocesi di Trento, all’indirizzo: www.vitatrentina.it.

Sulla stessa home page un contatore ricorda che da quel 28 ottobre 2007 in cui don Sandro è stato arrestato, nel momento in cui questo numero va in stampa sono trascorsi ormai più di 80 giorni. E’ un modo per rendere più visibile il dramma del prete trentino.

Finora la diplomazia italiana ha fatto la sua strada, bloccando anche un finanziamento significativo atteso da anni a Gibuti. Ma invano. In un Paese dove mediando si trova una soluzione a tutto, la vicenda del prete trentino cozza contro un muro di gomma.

E’ quel muro di gomma che l’iniziativa di Vita Trentina vuole smuovere. Ad evitare il rischio che, come troppi altri drammi che si consumano nell’indifferenza, la vicenda umana di don Sandro finisca per essere dimenticata.

E’ una mobilitazione forte per il prete trentino, ma soprattutto per le persone che in tutti questi anni hanno beneficiato della sua presenza nel Paese del Corno d’Africa.

“Per la prima volta nella mia vita sono per così dire senza difesa, senza possibilità di agire, radicalmente «povero» e privato della libertà. Porto una croce molto pesante, posso solamente aver fiducia in Dio che non duri troppo a lungo. Ora quando prego i salmi comprendo meglio il grido verso Dio, affinché faccia giustizia, difenda il debole dall’ingiustizia, la Sua mano si alzi e agisca!”, ha scritto don Sandro De Pretis, nella lettera fatta recapitare a metà dicembre alla nostra redazione.

Quella lettera ci ha indotto a rompere il rigoroso riserbo mantenuto fino ad allora sulla sua prigionia, motivato dal rispetto per il lavoro della diplomazia, subito attivatasi, tanto a livello dei responsabili della Farnesina che della Segreteria di Stato Vaticana.

La vicenda non ha trovato quella rapida soluzione auspicata da più parti.

Il caso è politico, ha scritto il direttore di Vita Trentina, don Ivan Maffeis, di ritorno da Gibuti ai primi di gennaio, dove ha visitato don Sandro nel carcere di Gadobe.

Ecco perché abbiamo deciso di rilanciare con forza la richiesta di liberare don Sandro, attraverso una mobilitazione quanto più ampia possibile.

Vogliamo tenere i riflettori accessi sulla vicenda, per indurre che può intervenire per don Sandro a compiere i passi necessari alla sua liberazione.

Firma l’appello on line!
a cura di Alfio e Emanuela Spitaleri