• it
Lettera di un precario sfruttato e licenziato

Lettera di un precario sfruttato e licenziato

121 views
Condividi

Usato, sfruttato e buttato via. F. N. , nostro associato di un paese terremotato del Sud, racconta con amarezza la storia che lo vede protagonista suo malgrado. Una sequela di torti e irregolarità e una conclusione che tanti conoscono bene: non c’è nessuna remora a lasciare senza lavoro un padre di famiglia con più figli a carico, non c’è nessuno strumento, nessun ammortizzatore sociale che garantisca l’occupazione a chi ne ha più bisogno..

L’amministrazione comunale di XXX, come al solito è sempre molto sensibile alle politiche sociali e alle problematiche delle famiglie…
infatti con un comportamento a dir poco vergognoso, con un barbaro coraggio e senza un minimo di coscienza e un briciolo di umanità ha lasciato senza lavoro chi sta scrivendo queste quattro righe, padre di famiglia di 53 anni con moglie e 4 figli, infischiandosene di tutti i problemi a cui sarei andato incontro.
Perdendo il posto di lavoro a questa età, ormai mi vedo preclusa qualsiasi forma di reimpiego, dopo aver prestato onestamente e seriamente il mio servizio presso il comune di XXX come autista di scuolabus per più di 8 anni e dove per mantenermi stretto il mio posto di lavoro, ho dovuto subire discriminazioni, umiliazioni, ricatti e sfruttamento portando me e la mia famiglia alla soglia di uno stato di disagio morale, economico e sociale. Il servizio di trasporto scolastico era totalmente gestito dal comune, dove i vari amministratori che si sono succeduti mi davano tutte le direttive a riguardo per i giri che dovevo fare, i bambini e gli studenti che dovevo andare a prendere e tutto ciò che mi competeva per svolgere appieno il servizio , per fare tutto questo dovendo soddisfare le richieste di tutti i bambini e gli studenti che usufruivano dello scuolabus, c’era bisogno di lavorare tra 6 e 8 ore al giorno, quindi ero costretto a lavorare diverse ore in più al giorno senza che mi venissero retribuite e senza una copertura assicurativa.
Ogni anno, per la durata dei nove mesi dell’anno scolastico mi facevano assumere da una cooperativa che in pratica fungeva soltanto da prestanome, imponendo loro di farmi un contratto part-time di 4 ore al giorno per 6 giorni a settimana ben sapendo che quelle 4 ore al giorno non sarebbero mai state sufficienti per svolgere l’intero servizio.
Sin dai primi anni in cui ho iniziato questo lavoro, con diversi tentativi prima verbali e poi anche con comunicazioni scritte, misi a conoscenza della situazione (che già conoscevano sin troppo bene) il sindaco, il segretario comunale e gli amministratori delle varie giunte comunali che si sono succedute e anche i dirigenti degli uffici comunali preposti e i responsabili della cooperativa senza però mai risolvere nulla, anzi molto spesso da tanti di questi signori ricevevo delle risposte molto poco cordiali ma piuttosto intimidatorie (ne cito soltanto qualcuna delle tante) del tipo : “Se vuoi lavorare, questo è il modo in cui ti possiamo far lavorare e se non ti conviene ti puoi anche licenziare” oppure “Accontentati e cerca pure di non protestare tanto altrimenti rischi anche di non essere richiamato a settembre” perché, ricollegandoci a quest’ultima frase, erano proprio loro del comune a dare i nominativi dell’ autista e degli accompagnatori che dovevano essere assunti dalla cooperativa.
Da una di queste cooperative, la “XYZ” di XXX ho dovuto subire ritardi nei pagamenti delle mensilità anche di 3/4 mesi e inoltre per ben sei anni non ho mai percepito un solo euro di T.F.R. che mi sarebbe spettato di diritto e nonostante abbia più volte sollecitato gli amministratori a fare qualcosa in merito, tutto questo è caduto nel vuoto nella più totale indifferenza.
La cosa che dispiace di più e che più mi penalizza, è che in questi otto anni fossi stato almeno pagato a dovere, invece mi ritrovo con molte ore di lavoro fatte in più e mai retribuite, con tanti contributi previdenziali andati perduti, gravi perdite economiche avendo dovuto usufruire nei mesi estivi sempre della disoccupazione con requisiti ridotti invece di quella ordinaria che sarebbe stata molto più remunerativa e ironia della sorte anche attualmente stando disoccupato e avendo un’età superiore ai cinquant’anni avrei potuto avere diritto a più di dodici mesi di disoccupazione ordinaria, ma purtroppo avendo avuto in tutti questi anni sempre un contratto part-time di 4 ore al giorno, non riesco a raggiungere i contributi utili per averne diritto e quindi come si dice “oltre al danno pure la beffa” e in ultimo come ringraziamento ho avuto pure il benservito.
Un comune dove sono arrivati fiumi di denaro nel nome del terremoto e dove in tutti questi anni non poco si è sperperato e tanto si è manovrato non è giusto che abbia trattato in questo modo un suo cittadino al contrario di tanti altri, quindi rivolgo un appello agli organi competenti e a chi di dovere di fare chiarezza in questa squallida vicenda.