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L’associazione famiglie numerose: «In Italia i veri discriminati siamo noi»

L’associazione famiglie numerose: «In Italia i veri discriminati siamo noi»

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di Ilaria Milella

BARI – Si chiama Associazione nazionale famiglie numerose ed è presente in tutte le regioni italiane, comprese la Puglia. Il suo scopo è quello di mettere insieme tutti (o quasi) i nuclei famigliari composti da più di 4 figli, nella speranza di ottenere politiche nazionali e locali in grado di sostenere chi ha tanti bambini, anche economicamente. Abbiamo intervistato il presidente pugliese dell’associazione, Vincenzo Santandrea.

Cos’è l’Associazione famiglie numerose?

Nasce nel 2004 con una grande convention a Roma. E’ riconosciuta come associazione di promozione sociale, ha la sede centrale a Brescia ed è presente in tutte le regioni, con articolazione provinciale e con famiglie delegate a livello sub provinciale. Le famiglie associate sono quelle con almeno quattro figli, considerando non solo quelli naturali, ma anche quelli adottati e affidati. Le famiglie con meno figli possono iscriversi come sostenitori e simpatizzanti.

Quante famiglie ne fanno parte?

Circa 14.000 famiglie a livello nazionale. Le regioni che hanno più soci sono la Lombardia, il Veneto, il Lazio, e le Marche. In Puglia ci sono circa 500 famiglie associate, nella provincia di Bari circa 150 su un totale di 1.500 famiglie con più di 4 figli.

Perché associarsi?

L’associarsi aumenta la consapevolezza dei problemi comuni e costituisce una risorsa in più per poterli affrontare. Inoltre l’associazione interloquisce con le istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali, rappresentando le istanze del soggetto famiglia in un percorso di cittadinanza attiva.

Avete ottenuto qualche risultato?

Abbiamo attivato da circa sei anni, a livello nazionale, il gruppo di acquisto familiare (Gaf). Inoltre da qualche anno abbiamo sviluppato un progetto di vacanze in comune: alcune famiglie socie gestiscono delle case vacanza mettendo a disposizione le proprie strutture a prezzi convenienti. Abbiamo stipulato anche convenzioni con il Banco alimentare e con il Banco opere di carità per il sostegno di alcuni nuclei più disagiati.

Vi ispirate a ideali di natura religiosa?

L’associazione è aconfessionale, quindi non di natura religiosa. Certo, abbiamo una carta dei valori che è d’ispirazione cristiana, ma declinata in modo non confessionale. Vogliamo essere una famiglia di famiglie che rappresenti nella società un forte stimolo per la costruzione di una comunità basata sull’amore, sulla pace e sulla solidarietà. Ci basiamo comunque su alcuni valori fondamentali. Ad esempio per noi la famiglia è intesa come comunità di amore eterosessuale.

Quindi laici a parole ma cattolici di fatto….

No, tra le nostre finalità vi è la promozione e la salvaguardia dei valori e dei diritti della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”. E qui si tratta di valori comuni, laici, di natura costituzionale. Chiunque condivida questi valori può partecipare: infatti tra di noi ci sono anche famiglie non cattoliche, anche se sempre d’ispirazione cristiana. Del resto abbiamo fatto il tentativo di associare famiglie non cristiane, ma si sono riscontrate molte difficoltà operative.

Per cosa combattete?

Oggi in Italia si parla solo di unioni civili e di riconoscimento del matrimonio omosessuale, ma i veri discriminati sono le famiglie e in particolare quelle numerose. Sono assenti azioni e politiche che diano una mano a chi alleva tanti figli. Non ci sono aiuti per curare i bambini e sostenerli nel percorso scolastico e in seguito nella ricerca del lavoro. L’art 31 della Costituzione afferma: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”. Questo articolo però è rimasto sostanzialmente inapplicato.


Ma voi oltre a difendere le famiglie numerose, le sostenete “ideologicamente”? Pensate che fare tanti figli sia un bene?

Certo. L’associazione ha il seguente motto “più bimbi, più futuro”. E’ inimmaginabile un futuro senza bambini. Purtroppo però è proprio quello che sta accadendo: si parla ormai da anni di “inverno demografico” in Europa e in Italia. Se non si promuove e sostiene la natalità non possiamo evitare il declino.

www.barinedita.it