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INVISIBILI MA ESSENZIALI

INVISIBILI MA ESSENZIALI

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Cucinano, lavano, fanno la spesa, aiutano con i compiti i bambini, li accompagnano a scuola o al corso di danza, li fanno giocare e li curano se hanno iil raffreddore, si prendono cura degli anziani e dei disabili, reperibili 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana, per tutto l’anno. Senza un centesimo di paga. Non sono gli schiavi dei nostri libri di storia, e nemmeno lavoratori in nero ma i milioni di persone che lavorano in casa per i propri familiari: lavoratori “invisibili”, soprattutto – ma non solo – donne, specialmente mamme, ma anche nonne e nonni e papà senza i quali le nostre famiglie e la nostra società non sussisterebbero.
Ufficialmente il “lavoro invisibile” non esiste perché non crea reddito: eppure calcoli non ufficiali ci dicono che rappresenta oltre il 20% del prodotto interno lordo di una nazione, un’attività che implica una serie infinita di competenze che non si può vendere e comprare, che non ha un mercato e con il mercato spesso si scontra, tenuta in vita con una forza che di economico ha ben poco, l’amore.
In occasione della giornata Internazionale del lavoro Invisibile si è tenuto a Budapest un convegno internazionale organizzato dalla FEFAF (l’associazione francese Fammes an foier francese ) e dall’Elfac, la confederazione che riunisce le associazioni di famiglie numerose europee di cui fa parte Anfn.
Un occasione importante per sottolineare il valore del silenzioso lavoro fatto per gli altri dentro le mura domestiche, a sostegno dei più deboli. Un lavoro che gode di grande riconoscimento sociale: “senza questo lavoro, “solidarietà sarebbe una parola vuota” afferma la presidente della NOE (associazione famiglie numerose Ungheresi) Anika Verga, introducendo i lavori a cui hanno partecipato rappresentanti di diversi stati europei quali Francia, Spagna, Portogallo, Svezia e Italia.
L’Italia è l’unico paese europeo che riconosce il lavoro invisibile con l’assicurazione per le casalinghe- spiega Camilla Occhionorelli del Moica, il Movimento delel Casalinghe Italiane – ma non è abbastanza: dobbiamo fare di più perché difendere il lavoro invisibile significa difendere la famiglia.
E’ una questione di libertà e di dignità – ha commentato Regina Maroncelli, del consiglio direttivo Anfn e Vicepresidente Elfac – il lavoro che ogni mamma e papà e nonno o nonna fa per crescere, educare e far funzionare una famiglia merita il suo giusto riconoscimento sociale per tutto il bene che porta nella nostra vita, anche e soprattutto là dove lo Stato non arriva e non può arrivare. Ognuno dovrebbe potere essere messo nelle condizioni di dedicare tempo e energie alla cura dei suoi cari sapendo che, come dicono i nostr i presidenti, quando sta bene la famiglia, sta bene la società.
Il Convegno si concluderà sabato 28 marzo con una assemblea delle associazioni presenti, a rappresentare la volontà di rendere sempre più visibile il lavoro più importante che c’è.
Regina Florio Maroncelli