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IN ITALIA I BAMBINI NON SONO BENVENUTI

IN ITALIA I BAMBINI NON SONO BENVENUTI

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Il presidente


Il
presidente

  Sberna chiede di rivedere le priorità dell’agenda
politica

 DA Milano Paolo Ferrario
 « Purtroppo lo sapevamo già, ma ne abbiamo avuto amara
conferma: i bambini non sono i benvenuti in questo Paese». I dati sulla
situazione degli asili nido in Italia non soddisfano il presidente nazionale
dell’Associazione famiglie numerose, Mario Sberna, che lega questa scarsa
attenzione ai più piccoli al generale calo delle nascite registrato nel
Belpaese nel 2009.

  «In Italia – sottolinea Sberna – gli asili
nido sono pochi, mal distribuiti sul territorio nazionale e, soprattutto,
troppo cari. A queste cifre, davvero una giovane famiglia con figli piccoli è
costretta a sacrifici enormi per potere accedere ai servizi».

  Oltre a sollecitare una contrazione delle tariffe, la
proposta delle famiglie numerose va anche nella direzione di una maggiore
possibilità di scelta per i singoli nuclei. «A nostro giudizio – spiega
Sberna – sarebbe meglio dare ai genitori un buono pari al costo del
servizio, che poi le famiglie stesse potrebbero decidere come spendere. Oltre
agli asili nido, infatti, ci sono esperienze, come le cosiddette “mamme di
giorno”, altrettanto efficaci. In altri Paesi, come per esempio la Germania,
hanno fatto questa scelta, con soddisfazione delle famiglie e senza oneri per
le casse dello Stato».

  In Italia, stando all’analisi di Sberna, questa è una
strada che gli amministratori pubblici non hanno ancora intrapreso, «perchè
inconsapevoli dei tempi difficili che stiamo vivendo».

  Fino a quando, insiste in proposito il presidente delle
famiglie numerose, «una mamma sarà costretta a scegliere tra i figli e il
lavoro, questo Paese non avrà chance di futuro, perchè l’unica scelta davvero
vincente è quella per la vita».

  Le famiglie numerose chiedono quindi una radicale
«ridefinizione dell’agenda politica» e delle sue priorità. «Se – dice
Sberna non nascondendo una certa delusione – anche una Regione come la
Lombardia, per altro attenta e non da oggi, alla famiglia, decide di cancellare
il bonus di 1.500 euro annui alle famiglie numerose per girarlo a quelle con un
membro anziano ospite nelle case di riposo, significa che davvero c’è qualcosa
che non funziona. La politica deve dare speranza a chi decide di fare i figli,
di investire sulla vita e non, invece, mettere continuamente paletti e chiedere
sempre nuovi e più gravosi sacrifici».

  In una parola, Sberna chiede che alla famiglia sia
ridata quella «dignità sociale» che oggi le viene riconosciuta soltanto a
parole. «Secondo i dati Eurostat – ricorda – in Italia il 41% delle
famiglie numerose vive in condizioni di povertà. Dietro c’è soltanto la Romania
e davanti, anche di molto, tutti gli altri. Una vergogna che deve finire è,
soltanto per fare un esempio, quella degli assegni familiari che, per le
famiglie numerose, arrivano a 129 euro al mese a figlio. Potrebbero essere
molto di più se soltanto si utilizzasse quanto raccolto, con le tasse, per
finanziare questa forma di sostegno al reddito. Invece, soltanto un terzo
finisce nelle tasche delle famiglie, mentre il resto viene dirottato altrove».

  In definitiva, insomma, secondo Sberna la situazione
degli asili nido «è in linea con la scarsa considerazione di cui la famiglia
gode presso le istituzioni, a tutti i livelli». Da questo punto di vista,
conclude il presidente delle famiglie numerose, «l’Italia è ancora un Paese
arretrato».

 

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