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Il Re e l’ottava meraviglia

Il Re e l’ottava meraviglia

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Il tempo della maternità è un periodo particolarmente creativo per ogni donna: lo sa bene Loredana Di Roio che festeggia la nascita dell’ottavo figlio con una fiaba delicata, ricca metafora del meraviglioso dono della vita.

Il Re e l’ottava meraviglia

C ‘ era una volta, in un tempo lontano, un re di nome Alexander.
Viveva in una terra fredda e ostile dove il tempo sembrava raggelarsi con le piante e la natura, sotto lo sferzare del vento del nord.
Alexander fu re buono e generoso con grandi meriti di pace e giustizia.
Sul capo portava una meravigliosa corona che Dio padre buono gli regalò
come primo riconoscimento per l’ardore con cui viveva.
La corona era tempestata di verdi smeraldi impreziosita da scintille d’oro zecchino.
In mano teneva il secondo dono fattogli da Dio padre buono, uno scettro con cui manifestava tutta la sua regalità.
Prezioso come i raggi del sole brillava anche a illuminare le notti più buie,
oro e diamanti lo rendevano unico.
La cintura era il terzo dono che ricevette da Dio Padre buono perché fiero del suo migliorare la propria esistenza .
Era un capolavoro di pietre preziose che rendevano regale la figura e la innondavano di luci preziose.
Il mantello poi come quarto prezioso dono che ricevette all’inizio dell’autunno così da poterlo indossare a riparo da qualsiasi tempesta era
di tessuto dorato con mille e mille bagliori di pietra lunare tanto da sembrare una coperta di stelle.
Qualche anno dopo Dio padre buono si ricordò della richiesta anzi della preghiera di Alexander circa il volere delle meravigliose scarpe comode e
tempestate di smeraldi verdi come il colore delle foglie cariche di sole per camminare ancora più saldo e fiero sui sentieri della vita.
Gli furono concesse come quinto dono e Alexander tempestò il regno di nastri rosa per festeggiare la generosità del Padre.
Dio Padre buono vide che al Re mancavano però pantaloni color delle
acque pure ornati da bande dorate e grandi lapislazzuli.
Glieli donò come sesto meraviglioso regalo della vita.
Anche una giacca scura come la notte ma impreziosita da smeraldi e
rubini fu il settimo dono che rese Alexander così fiero tanto da sentirsi proprio un re.
Molti arrivavano nel suo regno e cercavano di barattare i doni ricevuti dal Padre Buono con carrozze, case e palazzi, mete lontane, nuovi regni e casse di denaro ma Alexander mai accettò di lasciare i suoi tesori, per lui solo i Doni di Dio Padre Buono erano inestimabili tesori da custodire.
Quando sembrava che i doni fossero finiti Dio Padre Buono volle donare per la vecchiaia l’ottavo meraviglioso dono.
I guanti ! Tutti ritenevano essere in più, eccessivi, scomodi da sfilare ogni volta che doveva stringere le mani altrui o fare qualcosa.
Ma solo Alexander sapeva quanto fossero dono prezioso, con l’avanzare degli anni, coprivano le mani stanche e le difendevano del rigore del freddo.
Quanto erano belli, luminosi più dell’oro, ornati da mille scintillanti smeraldi.
Nessuno di questi doni era più prezioso dell’altro.
Ognuno rendeva grande il Re che non se ne privava mai e tutti insieme, ma solo insieme, rendevano Alexander magnifico nel testimoniare la grandezza e la generosità di Dio Padre Buono che non aveva scordato di ricompensare suo figlio, seppur nelle fatiche del vivere.

Questa è la storia del Re Alexander che, anche se rimaneva in mutande
ed era un povero Cristo, indossava i suoi doni e si sentiva davvero un re
perché vestiva il volto meraviglioso di Dio.

Chiesa in Valmalenco, 02 agosto 2012.
Avendo ricevuto l’ottavo dono.