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“I miei 6 figli da accompagnare in 5 scuole diverse”

“I miei 6 figli da accompagnare in 5 scuole diverse”

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Barbara e Francesco Tomei raccontano la loro odissea quotidiana: “Criteri da rivedere”

Grosseto, 27 aprile 2015 – Ha deciso di scrivere a La Nazione per esprimere un “sincero disagio” per quello che riguarda le ammissioni alle scuole comunali. Barbara Donati, insieme a Francesco Tomei, fa parte dell’associazione “Famiglie numerose” di Grosseto; hanno ben sei figli.

Il disagio (non solo suo) è quello che subisce ogni volta che guarda i criteri di attribuzione dei punteggi nelle graduatorie di ammissione alle scuole materne comunali.

“Ho rinunciato a chiedere la revisione del punteggio all’ultimo giorno utile – spiega Barbara Donati -. E non tanto perché la mia condizione cambierebbe di pochissimo, passando da «senza speranza» a «praticamente senza speranza», ma perché per una volta decido di farne una questione di principio. Sono una mamma molto impegnata, lavoro e ho sei bambini, dagli undici ai quasi due anni: il tempo è l’unica cosa che non ho. E sono anche piuttosto riservata: una famiglia numerosa è troppo concentrata a risolvere i problemi della quotidianità e a dribblare gli ostacoli di uno stato per cui la famiglia è solo un’idea sulla Carta, per potersi concedere il lusso di abbandonarsi alle «lagnanze», come le chiamo io”.

Poi prosegue: “Guardo desolata i criteri di attribuzione dei punteggi. Alla pena di questa generazione cui è stato negato il diritto di uno stipendio fisso, si aggiunge la beffa di vedersi attribuiti 5 punti in meno rispetto a chi ha un lavoro a tempo indeterminato. Ma c’è ancora qualcuno nelle giovani generazioni che possa scrivere su quel foglio «lavoro indeterminato»? Non parliamo poi di tutti coloro che vanno avanti con contratti «atipici», lavorano come e più di me e che si vedono retrocessi a punteggi ancora inferiori”.

Non ne fa una questione di principio. “Vedo, poi, che i miei figli valgono 0,25 l’uno.Quando pago le rette scolastiche, la mensa, la Tasi o lo sport però contano di più, sono figlia di separati e so quanto una donna o un papà soli devono faticare per accudire figli «in solitaria», ma ciò non può tradursi in un sistema che sistematicamente punisca le cosiddette famiglie «normali»”.

Vuole sottolineare un sistema assurdo. «In questo modo siamo puniti chi, come noi, decide di prendersi di fronte allo stato delle responsabilità chiare, senza deroghe e che investe in un Italia vecchia, a demografia zero, con un welfare al collasso e nessuna idea di come sostenerlo in futuro. Non cerchiamo che nessuno ci dica «grazie»… lo abbiamo fatto « a prescindere», lo abbiamo fatto per noi. Ma vorremmo per una volta che qualcuno ci evitasse di portare sei figli in cinque scuole diverse. Non sembra tanto. Ma forse ci sbagliamo».

Fonte: La Nazione – Grosseto
di Matteo Alfieri