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“Ho fatto 11 figli perché amo la vita, nessun sacrificio, ero motivato”

“Ho fatto 11 figli perché amo la vita, nessun sacrificio, ero motivato”

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L’imprenditore impegnato nel sociale, è stato anche presidente dell’associazione che gestisce una scuola paritaria

di FRANCO VANNI – http://milano.repubblica.it

CIRO Gentile ha 63 anni e undici figli. Quando riesce, li riunisce tutti: “Non è facile, in così tanti. Spesso va a finire che ci vediamo a luglio”. Perché in quel mese si concentra il maggior numero di compleanni in famiglia. “Così tutti si sentono festeggiati”, racconta. Quando 37 anni fa ha sposato Marina non aveva idea che avrebbero creato una famiglia così grande. “Se me lo avessero detto, sarei scappato”.

“È SUCCESSO che sono arrivati, uno alla volta. E mano a mano abbiamo modificato le nostre abitudini. Abbiamo cambiato diverse case e studiato vacanze compatibili con una famiglia tanto grande. Oggi sono felice di avere fatto tutto questo assieme a mia moglie”.

Avere così tanti figli vi è costato sacrifici?

“A bruciapelo, direi di no. Abbiamo rinunciato a comprare qualche televisore o a fare qualche viaggio. Mia moglie è sempre stata in salute e io per fortuna, con la mia attività di imprenditore, ho avuto i soldi necessari a provvedere a tutti”.

Avete cresciuto tutti i figli facendo affidamento sulle sole vostre forze?
“Abbiamo sempre avuto una collaboratrice domestica e, da un certo punto in poi, sconti sulla scuola. Si tratta di un istituto paritario cattolico, diretto da un’associazione di famiglie di cui io stesso sono stato presidente”.

Lei è credente?

“Sì e amo la vita. Chi ama la vita, non vede l’ora di donarla a sua volta. Questo non significa che fare figli sia un dovere: ci sono coppie che non possono averne e che si amano profondamente. Chi invece decide di non figliare, non lo capisco”.

Cosa consiglia ai tanti giovani che vorrebbero un figlio ma temono la condizione precaria in cui vivono?
“Bisogna buttarsi. Chi ci crede, ce la fa. Faccio l’esempio di un concerto. Se il cantante mi piace sì e no, mi arrendo al fatto di non avere un biglietto. Se invece mi piace molto, mi arrangio. Lo compro da un bagarino, mi invento qualcosa e alla fine al concerto ci vado. È un fatto di motivazione”.

Lei ha fratelli?

“Sette. Mio padre si è sposato due volte. È rimasto vedovo e ha costruito una nuova famiglia. Vivendo in tanti, già da piccolo, ho capito che molte delle credenze sulle famiglie numerose sono solo luoghi comuni “.

Quindi, niente concerti di pianti notturni con i figli piccoli?
“Non mi ricordo di avere mai passato una notte in bianco. E nei primi anni di vita di ciascun figlio non ricordo una sola difficoltà. Ho un mio motto personale: figli piccoli, problemi piccoli. Figli grandi, problemi grandi”.

Quanti anni hanno i suoi figli?

“La più grande 36, la più piccola 14. Sono otto femmine e tre maschi. Sei di loro studiano e vivono in casa, gli altri cinque già lavorano e si sono conquistati l’indipendenza. La parte difficile per un genitore viene quando i ragazzi cominciano a prendere in autonomia scelte sulla propria vita”.

C’è qualcuno che le dà una mano in azienda?

“Nemmeno uno. Io sono un tipo pratico e anche mia moglie lo è: dopo avere quasi raggiunto la laurea in Medicina, ha fondato la rete di promozione sociale Far Famiglia, che affronta il tema dell’essere genitori, con iscritti in tutto il mondo. I miei figli sono più creativi. Sono, o studiano per diventare, fotografi, giornalisti, stiliste, esperti di arte antica”.

A lei dispiace non avere passato il testimone?

“I figli non sono proiezioni di sé, ognuno deve seguire le proprie inclinazioni. Se ci si dimentica di questo, è un attimo fare disastri. Ciascuno è un individuo, con un progetto e dei sogni”.