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Gli attacchi alla famiglia sono attacchi all’uomo

Gli attacchi alla famiglia sono attacchi all’uomo

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Sembra tutto così semplice, logico e necessario; chi esprime dissenso o solleva solo qualche
dubbio viene subito accusato di essere antistorico, contro la modernità ed il progresso, negatore
dei diritti.
Sono sempre di più i messaggi a favore del riconoscimento giuridico delle coppie gay e
del loro presunto diritto all’adozione o in qualche modo a diventare genitori. La Francia ed il Regno
Unito, accodandosi ad altri 14 Stati (… non il mondo intero), stanno legiferando in tal senso e
perfino a Sanremo c’è stato uno spot che ha raccolto consensi e commozione.
E’ proprio attraverso la via del sentimentalismo, dell’approccio giuridico positivista e della
prospettiva erroneamente chiamata relativista che la cultura occidentale si sta piegando di fronte
a chi chiede con insistenza di legiferare per riconoscere queste istanze. Sempre mediante le stesse
strade c’è poi chi reclama a gran voce il ‘diritto’ all’eutanasia e alla selezione embrionale: di fatto,
la nuova forma di eugenetica attraverso la quale decidiamo chi merita di continuare a vivere,
scartiamo gli embrioni ‘difettosi’ e scegliamo quelli che più ci piacciono. Sono quindi i temi della
famiglia e della bioetica quelli su cui sono stati aperti fronti davvero delicati e con una portata che
da molti è stata definita rivoluzionaria: è in gioco la visione dell’uomo ed il destino dell’umanità.
Richiamando l’ordine antropologico della famiglia come legge della specie umana, gli studiosi ci
ricordano che questo prevede due condizioni: genitori dei due sessi e differenza di età tra le
generazioni. Ieri questi presupposti erano ovvi e per natura evidenti; oggi è invece necessario
motivare e giustificare.
Pare allora riduttivo e forse anche infantile concedere eccessiva enfasi alla via dei
sentimenti, del ‘mi piace’, ‘lo voglio’ e ‘ne sento il bisogno’: l’ordine sociale della comunità degli
uomini non può certo derivare dall’accoglimento di spinte emotive che tendono spesso ad
accontentare le richieste dell’adulto, senza porre attenzione alle conseguenze a medio e lungo
periodo. Un figlio ottenuto con utero affittato o le maternità programmate nell’età in cui una
potrebbe essere comodamente nonna ci propongono diversi interrogativi: il desiderio deve
sempre essere assecondato? Con quali limiti?
La seconda prospettiva, quella di tipo giuridico,
dimentica che il ruolo del diritto, oltre a garantire l’ordine sociale, dev’essere quello di difendere i
più deboli, per evitare che vinca solo chi è più forte (o chi ha più soldi): ebbene, nel risalto posto
sui presunti diritti degli adulti, non si considerano correttamente i frutti di queste operazioni: i figli.
Sarà difficile trovare un esperto che argomenti che al bambino non è necessario crescere con un
papà ed una mamma, che i processi di identificazione attraverso i quali si costruisce la personalità
non abbiano bisogno di una coppia genitoriale composta da un maschio ed una femmina, e
possibilmente non dei ‘genitori-nonni’ (la legge sull’adozione lo dice in modo chiaro): il figlio è un
dono, un oggetto o un diritto?
La terza strada, quella del relativismo, è evidentemente fasulla in
quanto illude che tutte le istanze siano poste sullo stesso piano lasciando al singolo la scelta:
sappiamo invece come l’informazione sia facilmente manipolabile e che accontentare le richieste
di chiunque significa annullare il cammino della civiltà e ritornare alla legge del più potente.
In un’epoca in cui si parla di green economy, di ecologia umana, di ‘km zero’ e di riscoperta
della natura, è curioso osservare che ciò che di più umano c’è – la famiglia, la procreazione e la
nascita – sta diventando sempre più un affare della tecnologia e dei laboratori: chiediamoci allora
quale società vogliamo e su quali principi debba trovare fondamento. Non ci possiamo
accontentare dell’equazione: ‘è possibile, allora è lecito’. Anche papa Benedetto XVI, nella
catechesi dello scorso 14 febbraio, parlando di famiglia ha nuovamente evidenziato i pericoli della
cultura della secolarizzazione.

Cinzia e G. Marco Campeotto
Coord. ANFN prov. di Udine
udine@famiglienumerose.org