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«Sconti alle famiglie numerose»
Sono 3.700: chiedono alla Provincia una card come quella di Bergamo Al Monterosso ha preso casa un nuovo nucleo con otto figli
Loro sono quelle famiglie che raramente vengono invitate a cena, eppure sono sempre pronte ad aggiungere un posto a tavola tutte le volte in cui uno dei propri componenti invita un amico.
Quelle famiglie che – come loro stesse ricordano – moltiplicano seggiolini per auto e letti a castello e vivono, pur in mezzo alle mille difficoltà di tutti i giorni, impagabili momenti di gioia e di festa.
Loro, le famiglie numerose, nuclei con quattro o più figli, due anni fa si sono riunite in un’associazione che oggi è impegnata a fare sentire la propria voce su quelle iniquità normative che le colpiscono, proprio perché numerose: dall’Ici che non considera quante persone usufruiscono di una casa alla tassa sui rifiuti calcolata in base al peso, dalla tassazione sul reddito che privilegia le coppie di fatto alle tariffe di luce, acqua e gas strutturate per scaglioni.
«Le famiglie numerose non chiedono carità o assistenza, ma semplicemente giustizia. Negli ultimi 60 anni la famiglia è stata tartassata da tutti i governi, nonostante gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione mettano al centro proprio la famiglia» ha detto ieri alla Casa del giovane il presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) Mario Sberna. Una scelta quella delle famiglie numerose – sono 3.700 solo nella Bergamasca – il cui importante ruolo all’interno della società civile è stato rimarcato ieri anche dal vescovo di Bergamo, monsignor Roberto Amadei: «Con la vostra scelta esprimete stima e speranza per la vita, ricordando a tutti che è preziosa. Grazie perché affrontate un’esperienza che spesso non è né compresa né sostenuta. Negli ultimi decenni la famiglia, primo luogo dove si imparano il rispetto, la giustizia e la condivisione, è stata bersagliata dall’opinione pubblica e dalla politica». In un’epoca come l’attuale in cui domina l’individualismo, le famiglie numerose danno dimostrazione che è possibile amare con generosità. «Le istituzioni – ha rimarcato il vescovo prima di augurare all’associazione di crescere e proseguire nel lavoro che sta portando avanti – dovrebbero sostenere maggiormente la famiglia attraverso politiche che la mettano al centro».
Nonostante tanta miopia generalizzata, nella nostra città non sono mancati esempi virtuosi di scelte politiche prese a favore delle famiglie numerose. È questo il caso della «Family card» – come ricorda Regina Maroncelli, presidente provinciale dell’Anfn insieme al marito Fabrizio –, l’iniziativa attivata dal Comune di Bergamo che garantisce a tutti i componenti delle famiglie con almeno 4 figli di accedere a sconti concordati sull’acquisto di alcuni generi alimentari, libri, servizi sportivi e culturali. «In città – spiega la vicesindaco Ebe Sorti Ravasio – le famiglie con 3 figli sono 1.742, di cui 1.452 con genitori italiani. Quelle con 4 figli sono 275, 179 delle quali con genitori italiani. Nell’ambito dell’ampliamento del progetto della Family card, attualmente siamo in contatto con l’ordine dei medici e degli ottici per ottenere sconti anche per le spese dentali e per l’acquisto di occhiali». E lo stesso impegno offerto da Palafrizzoni ora l’Anfn lo chiede alla Provincia di Bergamo: «Auspichiamo che anche per i paesi della Bergamasca venga attivata una sorta di Family card» dice Fabrizio Maroncelli.
Un’occasione quella di ieri per le famiglie numerose per ritrovarsi, condividere la propria coraggiosa e gioiosa esperienza ed emozionarsi sentendo raccontare le diverse storie personali, come quella di Cristina e Mauro Bazzani, genitori di 8 figli (d’età compresa tra i 4 ed i 21 anni), da pochi giorni trasferiti da Milano a Monterosso, in via Barelli, per condurre una casa famiglia per conto della Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi. Lui, che di lavoro fa il direttore di fotografia per case di produzione cinematografica e di immagini ne ha viste a valanghe, ricorda come la vista del suo primo figlio sia stata l’immagine più bella e sconvolgente mai vista sino ad allora. Lei che da giovane pensava alla carriera professionale e oggi, dopo 8 gravidanze, dice che non avrebbe potuto trovare altro modo per sentirsi più realizzata come donna se non da mamma. «Le famiglie-risorsa sono quelle che hanno autostima in se stesse e riescono a essere d’esempio a chi fa fatica ad accettare l’arrivo anche di un solo figlio» conclude Gege Soloni della Consulta delle politiche familiari del Comune di Bergamo.

Vanessa Bonacina
Eco di Bergamo, 4/12/2006

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