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Famiglie numerose. Carta nazionale, manca il regolamento

Famiglie numerose. Carta nazionale, manca il regolamento

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Sberna, Gigli e Vaccaro: protesta al ministero del Welfare per avere la card che assicura a costo zero sconti e riduzioni tariffarie a chi ha oltre tre figli

Annunciata con enfasi dal governo Renzi, era stata inserita nella Legge di stabilità per il 2016. Ma la carta famiglia nazionale non è ancora arrivata nelle case delle famiglie con tre o più figli. Attende ancora un regolamento. Un caso, purtroppo, non isolato. Secondo l’osservatorio politico dell’Associazione nazionale famiglie numerose, il 65% delle leggi approvate dal parlamento italiano sono ancora incomplete: mancherebbero all’appello, cioè, 716 tra decreti attuativi e regolamenti.

Epperò il deputato bresciano Mario Sberna (Democrazia solidale-Centro democratico) primo firmatario dell’emendamento che aveva introdotto nella legge di stabilità la carta famiglia – non intende rassegnarsi: «nei prossimi giorni mi recherò coi colleghi Gianluigi Gigli (Ds-Cd) e Gugliemo Vaccaro (ex Pd, ora gruppo misto) al ministero del welfare. Non vi uscirò fintanto che non vedrò con i miei occhi un regolamento sulla carta famiglia scritto. A costo di restarci giorno e notte per il resto della legislatura’» È un fiume in piena Mario Sberna, a Perugia per partecipare al convegno ‘Una famiglia per la città. Una città per la famiglia’. «Già un paio di mesi fa mi ero recato al ministero di via Veneto con una delegazione di famiglie numerose per chieder conto del ritardo della predisposizione del regolamento della carta famiglia. Un regolamento il cui testo sarei in grado di scrivere in 25 minuti netti prendendo spunto da quelli già in vigore in Trentino e in altri comuni italiani. In quella occasione, ma anche durante i question time di sindacato ispettivo, avevo spiegato quanto fosse semplice e senza oneri predisporre una card che contenesse almeno alcune opportunità per le famiglie: sconti sull’acquisto di beni o servizi, riduzioni tariffarie per trasporti o musei, tanto per fare alcuni esempi. Al ministero ci rassicurarono con la promessa di rimediare al ritardo entro due settimane. Evidentemente ci stavano prendendo in giro».

«È una questione di sensibilità. C’è chi ce l’ha e chi no», osserva Luca Gualdani, segretario nazionale di Anfn, l’associazione che raduna le grandi famiglie in Italia. Dal governo arrivano timidi segnali. Del pacchetto famiglia partorito dal governo Gentiloni, ad esempio, non tutto è già disponibile. È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il bonus di un massimo di mille euro destinato ai genitori di bambini che frequentano il nido. Si può già chiedere il bonus di 800 euro ‘mamma domani’. Ma, ad esempio, manca il regolamento per il fondo di sostegno alla maternità. La sorpresa positiva arriva dai comuni. Nella provincia di Trento, nel 2016, 63 municipi hanno approvato un piano famiglia promuovendo un totale di 1.317 iniziative family-friendly. In Sardegna, dopo Alghero (che ad ottobre dovrebbe fregiarsi del marchio di comune amico della famiglia), la giunta regionale vorrebbe avviare la sperimentazione del modello-Trento in una ventina di comunità. Anche Perugia intende diventare ‘comune amico’. In tutti gli ammini-stratori family friendly c’è una consapevolezza: investire sul benessere familiare fa girare l’economia. E più in generale fa bene alla società. Perché, come osserva il presidente di Anfn Giuseppe Butturini, «la società sta bene se la famiglia sta bene».

Fonte: avvenire.it di Andrea Bernardini