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EUROPA: LE FAMIGLIE CHIEDONO GIUSTIZIA, NON ASSISTENZA SOCIALE

EUROPA: LE FAMIGLIE CHIEDONO GIUSTIZIA, NON ASSISTENZA SOCIALE

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La differenza tra politiche familiari e politiche sociali sta tutta lì: un conto è considerare la famiglia portratrice di valori, essenziale nucleo costitutivo della società, garanzia di stabilità e di futuro. Un conto è considerarla un problema, un costo che gli stati europei non sono più in grado di sostenere.
Questo il tema centrale del Seminario internazionale che si è svolto a Budapest lo scorso 20 settembre organizzato dall’Elfac (la confederazione delle associazioni famiglie numerose europee) in occasione dei 25 anni della NOE, l’assocazione delle famiglie numerose ungheresi, a cui ha partecipato anche una delegazione ANFN. “Non ci si dovrebbe chiedere quanto costano le politiche familiari allo stato,” ha affermato l’economicta polacco Stanislaw Kluza, ex ministro dell’economia, “ma quanto costa NON averle. Non quanto lo Stato dà alle famiglie, ma quanto lo Stato riceve dalle famiglie, considerando che mettendo al mondo i figli ne fa dei futuri contribuenti.”
Intanto, mentre l’Europa viaggia verso il collasso demografico e il conseguente crollo del sistema pensionistico e sanitario (previsto per il non lontanissimo 2060), i governi tagliano sugli aiuti alle famiglie in Spagna, Portogallo, Grecia, Litania…

Fuori dal coro resta l’Ungheria, che ha deciso di puntare sulla famiglia numerosa per ristabilire un equilibrio demografico e uscire dalla crisi dedicando alle misure profamiglia il 3,3 % del pil nazionale contro la media ue del 2,9. Una scelta confermata dall’appoggio alla NOE, che ospita il suo seminario proprio nelle sale del Parlamento magiaro e accoglie gli intervenuti con Zoltan Balog, Ministro delle Risorse Umane. Scongiurare il rischio di povertà che la nascita di un figlio può provocare lo scopo delle misure intraprese dal governo ungherese, che prevedono, tra l’altro, la possibilità di tornare al lavoro prima del compimento del terzo anno senza perdere i contributi, la chiusura degli orfanatrofi entro il 2017, misure contro l’abbandono scolastico e politiche di abbassamento dei costi dell’energia.

Ben diverso l’atteggiamento degli altri paesi europei come raccontano nelle loro testimonianze i rappresentanti Elfac, a partire della Francia, che sembra avviarsi ad un veloce smantellamento delle politiche familiari per cui andava giustamente famosa. Dalla testimonianza della delegazione francese apprendiamo come Oltralpe sia in corso un vero e proprio scontro di diritti, in cui resta sempre meno spazio alle famiglie numerose, con la rimozione del principio di universalità dei benefits e della “compensazione” per le persone che hanno figli rispetto alle persone che non ne hanno. E si parla addirittura di escludere dagli aiuti chi osa avere più di 4 figli…
Se la situazione a livello politico è di fatto drammatica in tutta Europa, le associazioni familiari sembrano invece acquistare nuova energia: all’incontro di Budapest hanno partecipato rappresentanti di tutti i paesi associati, Italia compresa, e nuovi paesi interessati ad unirsi alla compagine europea: Svizzera, Francia e Russia.

L’Elfac, che oggi raduna 16 nazioni e 26 organizzazioni, compirà 10 anni nel 2014, nel ventennale dell’anno Internazionale della Famiglia: per l’occasione sono previsti un congresso internazionale che si terrà a Lisbona il 28 e 29 giugno, e diverse iniziative, a partire dal potenziamento della family card europea.