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Difendiamo i bambini

Difendiamo i bambini

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Lettera dal Brasile di Padre Saverio che ci viene segnalata da Rosaria, mamma numerosa, una riflessione sulla necessità di tutelare la vita dei più indifesi

“Una tragédia annunciata”
É questo Il titolo utilizzato dai giornali dell´ultimo 19 marzo per annunciare l´omicidio di Gabriel Gomes da Silva, un bambino di due anni e sette mesi, di Cariacica, cittá dell´hinterland di Vitória dello Spirito Santo (Brasile) che, secondo i primi accertamenti, sarebbe stato ucciso da una zia che “si prendeva cura di lui”, perché i genitori sono rinchiusi in carcere. Il corpo di Gabriel presentava molti lividi e varie fratture probabilmente provocati dalle botte della zia. Sembra che molti sapessero della sofferenza di quel bambino. I vicini avevano giá denunciato le agressioni agli organi competenti. La stessa polizia del locale commissariato ha confermato alla stampa di aver ricevuto una denuncia anonima la sera prima, ma che non aveva potuto fare niente in quel momento per mancanza di poliziotti. È cosí si è consumata un´altra tragedia ai danni di un bambino. È pur vero che il piccolo Gabriel ha cercato di avvisarci con i suoi pianti e il suo grito di dolore, ma è stato inutilmente. Non siamo stati capaci di soddisfare la sua richiesta di aiuto.
Non ho voglia di giudicare nessuno. Il ruolo del giudice non mi spetta. Ho solo il desiderio di dare sfogo al mio dolore e di fare una riflessione su quello che è successo. La morte violenta di Gabriel e di molti altri bambini della sua etá, fatto che si ripete non solo in Brasile ma in tutto il mondo, tra cui anche in Italia, rivela che siamo incapaci di proteggere i nostri piccoli. Il suo messaggio è molto diverso da quello portato da un altro Gabriele che un giorno entró nell´ umile casa di Nazareth per annunciare a una ragazzina chiamata Maria che era stata scelta da Dio per diventare la madre di un bambino speciale che porterebbe al mondo la pace e la felicitá. Quell´annuncio riempí il mondo di gioia e di speranza. Non è avvenuto lo stesso con il piccolo Gabriel. Il suo annuncio è drammatico. Oggi Gabriel é entrato nella mia vita e nella vostra per annunciarci ancora una volta che non siamo capaci di tutelare i diritti dei nostri bambini e di “alzare le mani” per impedire la violenza contro di loro. Confesso che sto morrendo di vergogna.
L´eco del grito di dolore di Gabriel continua a risuonare nelle mie orecchie. L´immagine del suo volto è rimasto impresso nel mio cuore come quello di Gesú nel fazzoletto della Veronica. La sua morte mi ha fatto ricordare anche quella di Brian, un bambino di 10 anni assassinato qualche giorno fa da un proittile vagante quando usciva dalla chiesa dove aveva pregato con il padre. Gli piaceva suonare la batteria. Il suo sorriso è stato spento all´improvviso. Come avviene con molti altri piccoli martiri, vittime della cattiveria di alcuni e dell´ommissione di molti. Gli stessi figli della zia accusata di uccidere Gabriel sono morti bruciati vivi nella loro casa di cartoni nel 2006 in un incendio. Pare che i bambini siano rimasti da soli in casa, alla luce di una candela, mentre la madre era andata a ballare.
Fino a quando assisteremo inerti a questo massacro di innocenti? Il messaggio del piccolo Gabriel e dei suoi compagni di sofferenza non puó cadere nell´oblio per poi riapparire soltanto alla prossima tragedia. Gli arresti e la condanna di chi gli ha strappato la vita non bastano a rendergli giustizia. Per fare giustizia a Gabriel è necessario garantire vita con dignitá a tutti i bambini e gli adolescenti. A Gabriel dobbiamo almeno questo: se non siamo risusciti a salvare la sua vita promettiamogli che faremo di tutto per proteggere quella dei suoi coetanei.
Prendiamoci cura dei nostri bambini. Affiniamo la nostra sensibilitá per percepire subito il loro grito di aiuto. Lottiamo con tutte le nostre forza per garantire l´accesso universale a tutti i diritti umani, soprattutto al diritto alla convivenza familiare e comunitaria. Diamoci da fare per permettere che i bambini possano vivere con le loro famiglie e che, quando questo non sia possibile, siano inseriti in strutture accoglienti dove possano essere circondati da affetto e amore sincero. Esigiamo dallo Stato che rafforzi i suoi apparati di sicurezza per intervenire tempestivamente tutte le volte in cui le persone piú fragili sono esposte a ogni tipo di rischio. Riportiamo l´infanzia al centro delle attenzioni di tutti. Non lasciamo che la violenza contro i piccoli diventi una realtá normale o, peggio ancora, uno strumento pedagogico. “La violenza sui bambini costituisce una violazione dei loro diritti umani, una realtà inquietante delle nostre società”, ha affermato Louise Arbour, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. “Tale violenza non può mai essere giustificata, sia essa commessa per ragioni disciplinari o per tradizioni culturali. Non esiste un accettabile ‘livello ragionevole’ di violenza. La violenza legalizzata contro i bambini in un contesto specifico rischia di creare una tolleranza generalizzata verso la violenza sui bambini”.
Non mi dimenticheró mai di quel bambino che, durante un dibattito sulla violenza domestica, fece una domanda provocatoria: “Perché quando un eletrodomestico si rompe papá non usa la cinta per farlo funzionare, ma lo prende con tutte le attenzioni e lo porta ad aggiustare e quando io combino un pasticcio mi picchia con un bastone per mettermi a posto? Non puó raddrizarmi con le stesse attenzioni con cui aggiusta la televione o il frigorifero?”. È triste constatare che ci siano bambini che si sentano meno apprezzati delle cose e degli animali Diamoci da fare per porre fine a tutto questo e circondare i nostri bambini di tenerezza.

“L´angelo Gabriele annunció a Maria e Ella concepí per opera dello Spirito Santo”, ripetiamo quotidianamente quando recitiamo la preghiera dell´Angelus. Caro Gabriel spero che l´annuncio tragico della tua morte, che tanto ci lascia attoniti, fecondi la nostra vita con una voglia pazza di dare alla luce un mondo che accoglie, protegge, ama e si prende cura di tutti i suoi bambini. Solo cosí, come Maria, potremo trovare favore e grazia agli occhi di Dio (Lc 1,26-38).