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Danimarca, quando la televisione feconda il Paese

Danimarca, quando la televisione feconda il Paese

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La notizia è di quelle importanti, anche se relegata dalla grande stampa a una colonnina di piombo in pagina interna. Di fronte alla crisi di denatalità, che in Danimarca è tra le più gravi d’Europa, la tv di stato danese ha lanciato una campagna a favore di nuove nascite sul tema “Fallo per la Danimarca, fallo per la mamma”. I giovani sono invitati, anzi esortati, a far figli per dare alle proprie madri, nonne mancate, almeno un nipotino da curare. Lo spot è corredato di “istruzioni per l’uso” piuttosto rozze, ma evidentemente adeguate all’erotismo danese, con suggerimenti elementari: in una vacanza al sole, completata da un sano esercizio fisico, il cervello rilascia endorfine e l’allenamento spinge le riserve di sangue agli organi sessuali, aumentando le possibilità di concepimento. Risutato: già da questa estate si stima che nasceranno nella piccola Danimarca 1200 bambini in più rispetto al 2015.

Danimarca, quando la televisione feconda il Paese. È una rivoluzione in favore della vita, dopo i decenni di piagnistei sulla denatalità. E una lezione per tutti queli che dovrebbero avere a cuore il problema, a cominciare dalla Chiesa. Anche se si tratta di un messaggio laico in un limitato orizzonte di buoni sentimenti, è un esempio virtuoso per tutta l’Europa, il continente vecchio che molti si ostinano a vedere decrepito e prossimo alla fine, in una sua fatale e irreversibile caduta demografica: e lo fanno per dar forza alle ragioni di un’accoglienza indiscriminata e di una resa senza condizioni agli arrivi via mare e via terra di popoli afroasiatici.

E se questo improvviso e insperato incremento di natalità fosse anche solo marginalmente effetto della campagna televisiva, ciò dimostrerebbe ancora una volta come oggi la televisione, insieme con la rete, ha assunto ormai un ruolo di direzione spirituale, morale, comportamentale, e anche culturale: quello che era un tempo compito quasi esclusivo di preti e pastori d’anime. Potrà sembrar grottesco finché si vuole, ma è la verità. E bellissimo è l’esempio offerto dalle Autorità danesi che, rompendola con le chiacchiere e le lamentazioni sulla denatalità, hanno deciso di fare finalmente qualcosa, e nella direzione giusta, e servendosi dello strumento didattico giusto, cioè dei mass-media. Anziché prediche, bonus bebè o altri provedimenti legislativi, comunque astratti e impersonali, molto di più vale un appello diretto fatto d’immagini emotive, nel linguaggio di oggi: il linguaggio cinematografico.
Chissà se questo fatto dirà qualcosa a quella Chiesa che da tempo ormai remoto sembra aver perso la strada per arrivare al cuore dell’uomo con una comunicazione adatta ai tempi. Quella Chiesa che, in secoli ormai lontani e non affetti dalla retorica del pauperismo, sapeva pensare nelle dimensioni grandi e meravigliose di una Cappella Sistina per comunicare al mondo valori della Fede.

Fonte: www.intelligonews.it  di Paolo Pivetti