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Con scambio Iva-Irpef salasso per 11 mln incapienti

Con scambio Iva-Irpef salasso per 11 mln incapienti

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Roma, 17 giu. (TMNews) – Circa 11 milioni di contribuenti “incapienti”, che non pagano l’Irpef perchè con un reddito imponibile inferiore alla soglie minime, rischiano di subire un salasso dall’aumento dell’Iva. Lo sostiene la Cgil, secondo cui “si tratta soprattutto di famiglie numerose, di quelle con un solo percettore o di quelle costituite da giovani o anziani soli”. Questa fascia della società dovrebbe subire infatti “un aumento iniquo” secondo le linee di riforma fiscale che si stanno prospettando. Uno studio del dipartimento Politiche economiche della Cgil prende come riferimento le ipotesi di queste settimane legate a uno spostamento del prelievo tributario “dalle persone alle cose”, che prevedono un aumento delle aliquote Iva. In particolare, due punti percentuali per l’aliquota minima, dal 4% al 6%; un punto per quella ridotta, dal 10% all’11%, e per quella ordinaria, dal 20% al 21%. Questo a fronte di un’eventuale riduzione dell’Irpef. Una misura che, secondo la Cgil, “aumenterebbe le entrate di circa 8 miliardi, mentre ridurre di un punto l’Irpef, portare ad esempio la prima aliquota dal 23% al 22%, costerebbe allo Stato circa 1,9 miliardi di mancate entrate, senza risolvere niente perchè genera un ‘beneficio’ che va dai 13 ai 75 euro l’anno”. A questi numeri, inoltre, “va aggiunto il fatto che il lavoro autonomo, che rappresenta il 25% dell’occupazione, contribuisce solo per il 9% al gettito Irpef del 2010”. La percentuale Irpef a carico dei lavoratori dipendenti, invece, è pari al 61% mentre quella a carico dei pensionati è del 30% (totale 91%). Senza dimenticare che una buona parte delle entrate indirette (Iva, accise) resta sempre a carico dei redditi medio-bassi.

Tratto da wallstreetitalia.com