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Comunicato n° 17

Comunicato n° 17

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25 settembre 2006

25 settembre 2006

 

 

 

 

 

Carissima famiglia,

 

 

 

torniamo a voi con un nuovo comunicato per aggiornare sulle novità
associative più importanti. Anzitutto si è riunito il Consiglio nazionale
durante la Festa/Assemblea di Ferrara dei primi di settembre; lì abbiamo deciso
la data e il luogo della prossima Assemblea Nazionale delle famiglie numerose: sarà
nella riviera romagnola i giorni 31 agosto, 1 e 2 settembre 2007: cominciate a
prendere nota, dovremo essere ancora una volta tanti ed entusiasti! Perché ci
siamo, siamo felici di esserci e vogliamo farlo sapere a tutta Italia!

 

 

 

Così ridendo e scherzando, da poche settimane, abbiamo ottenuto un
grande risultato: Trenitalia s’è accorta che esistiamo. Ricorderete che, fino a
poco tempo fa, prenotando un biglietto famiglia con le nostre Ferrovie, si
poteva scegliere tra uno o due adulti e tra 0 e 1 figlio. Proprio così: per
Trenitalia la famiglia italiana era composta da 1 o 2 adulti e da (al massimo)
1 bambino. In pratica per noi, per avere uno sconto, c’era solo la possibilità
di acquistare un biglietto come… comitiva! Oggi, dopo le nostre PRESSANTI rimostranze,
possiamo con piacere notare che Trenitalia ha previsto che in una famiglia
possano esserci non 2, non 3, non 4 ma bensì anche 5 figli! E tutti con lo
sconto! Per noi viaggiare in treno resta una spesa molto grande ma almeno, ora,
siamo considerati!

 

 

 

Archiviata la bella notizia, speriamo che presto potremo darvene
un’altra: che cioè, per la prima volta in Italia, almeno una delle nostre
richieste al Governo venga accolta. Nostre come famiglie numerose ovviamente
(dato che come Associazione chiediamo da "soli" due anni). In un
testo del 1958 inviatoci da un socio sostenitore, e scritto da un certo Avv.
Mina Luigi, allora segretario dell’Associazione provinciale delle famiglie
numerose di Brescia, si diceva: "(…) discendono, evidentemente dimostrati
da quanto sopra, gravi doveri e precise responsabilità da parte del Governo
verso le famiglie numerose: di sviluppare le agevolazioni tributarie vigenti e
di ripristinarle per l’Università; di ripristinare le precedenze già vigenti
nel campo del collocamento, e dei concorsi ad impieghi; di ripristinare le
agevolazioni nel campo dell’alimentazione, del vestiario, dell’assistenza
sanitaria e nel campo gravemente urgente dell’edilizia (…) bene riflettendo che
non si sarà mai fatto abbastanza per la lotta contro il flagello terribile
della denatalità (…) e a favore delle famiglie numerose, prima che esse
scompaiano anche a seguito delle privazioni alle quali sono sottoposte".
Facciamo notare quell’insistere sul verbo "ripristinare". Significa
che tali misure a sostegno della famiglia numerosa c’erano, e sono state tolte.
Cioè i governanti di quegli anni e dei successivi hanno legiferato contro la
famiglia numerosa, punendola quindi per aver osato mettere al mondo nuovi
cittadini. Linguaggio duro il nostro? No, pura constatazione dei fatti.

 

 

 

Oggi i governanti hanno l’opportunità di rifiutare quelle assurde
scelte. Oggi o mai più. E non perché questo governo sia necessariamente
migliore di quelli che l’hanno preceduto o di quelli che lo seguiranno: perché
o si fa qualcosa adesso per le famiglie numerose o le famiglie numerose non ci
saranno più. Eravamo oltre due milioni negli anni ’60, eravamo quasi 300.000
con almeno 4 bambini nel censimento del 2001, siamo ridotti a 185.000 nelle
stime Istat del 2005. E le previsioni dicono che nel 2015, cioè dopodomani, in
Italia non ci sarà statisticamente più alcuna famiglia numerosa.  Per questo, oggi o mai più. Come
cambiare il clima culturale in Italia? Certamente contribuiremo noi con le
nostre iniziative, le nostre feste, i nostri convegni, i nostri documenti, i
nostri libri; ma deve contribuire anche la fiscalità smettendola di punirci per
aver messo al mondo quegli splendidi nostri figli! Smettendola di punirci!

 

 

 

Di questo ed altro abbiamo parlato coi politici che incontriamo,
di entrambi gli schieramenti, in questi giorni. Dobbiamo dire, onestamente, di
ricevere da tutti finalmente una grande e indiscussa attenzione, anche perché
oltre che dati tecnici portiamo quel che più conta: la vita, la nostra vita e
quella dei nostri, dei vostri familiari. C’è ascolto, c’è comprensione delle
problematiche, c’è volontà di risolverle. Speriamo di non essere troppo
ottimisti: ma se non siamo ottimisti noi, che della fiducia nella Vita abbiamo
fatto un modello di esistenza, chi potrà mai esserlo?

 

 

 

Le nostre proposte ai politici, che raccolgono le vostre
principali istanze, sono quelle che leggete qui di seguito. Non c’è tutto ciò
che grava come un macigno iniquo su di noi quotidianamente; c’è solo una parte,
la parte che più pesa perché è la più ingiusta. Che vengano sanate queste prime
ingiustizie, poi passeremo ad altro. Ma che si cominci, che si dia finalmente
inizio all’applicazione dell’art. 31 della nostra Costituzione!

 

 

 

 

 

 

 

Urgenze per le Famiglie Numerose – Finanziaria 2007

 

1

        

 

Fiscalità della famiglia

 

2

        

 

Assegni familiari oltre il 18° anno di età

 

3

        

 

Lavoro femminile e famiglia

 

4

        

 

Tariffe "sociali" e famiglia

 

5

        

 

ISEE e famiglia

 

6

        

 

ICI e famiglia

 

7

        

 

Elusione fiscale a favore delle Coppie di fatto

 

 

 

1) Fiscalità della famiglia: attualmente  abbiamo tre aliquote più una (ultima finanziaria), una
no-tax area e una serie di detrazioni e deduzioni che vanno a definire il
reddito imponibile. La no-tax area va rapidamente calando fino ad annullarsi
con l’aumentare del reddito. Le detrazioni riguardano le spese sanitarie, i
contributi politici etc; sulle spese sanitarie è prevista inspiegabilmente una
franchigia di circa 129 euro. Chiediamo di togliere tale franchigia. Le
deduzioni prevedono quote per la moglie (3.200 euro) e per i figli a carico
(sotto i tre anni 3.450 euro, per i figli diversamente abili 3.750 euro, per i
figli sopra i tre anni 2.900 euro) e non sono fisse, ma vanno diminuendo in
base al reddito. Un figlio costa invece, in misura fissa, almeno 9.000 euro
l’anno e ben oltre la maggiore età. Chiediamo che le deduzioni arrivino a
coprire almeno il costo. In subordine, una cifra pari alla soglia di povertà
relativa stabilita annualmente dall’Istat (nel 2005 per una famiglia di sei
componenti è pari a circa 4.500 euro anno/persona). Chiediamo che tali
deduzioni comprendano anche i figli maggiorenni se privi di un proprio reddito
(p. es. studenti, disoccupati, diversamente abili ecc.). Qualora il reddito del
nucleo familiare sia inferiore al reddito non tassabile, chiediamo di prevedere
un meccanismo di rimborso della deduzione non goduta.

 

 

 

2) Assegni familiari oltre il 18° anno di età: gli assegni
familiari in Italia sono un valido sostegno al reddito, apprezzato e desiderato
da tutte le famiglie. Inspiegabilmente, cessano col compimento del 18° anno di
età, quando cioè il figlio/a sta ancora frequentando la quarta classe delle
Scuole Superiori. Chiediamo che a tutte le famiglie vengano mantenuti gli
assegni familiari per i figli fintanto che restano a carico (dunque, compreso
il tempo degli studi universitari). In subordine, se tale operazione risultasse
troppo onerosa, che almeno si inizi fin da subito con i figli delle famiglie
numerose (che iniquamente sono costretti a frequentare l’Università solo a
costo di immani sacrifici). Tale differenza tra le famiglie numerose e le
famiglie non numerose è perfettamente costituzionale (cfr. Art. 31:
"(omissis), con particolare riguardo alle famiglie numerose".

 

 

 

3) Pensione per madri di numerosi figli: In Italia non esiste
alcuna differenza tra donne che hanno cresciuto figli, e quindi contribuito
alla crescita del Paese, e donne che hanno privilegiato – per necessità o
scelta personale – il lavoro. E’ necessario che venga riconosciuto, ai fini
della pensione, un bonus di almeno due anni per ogni figlio cresciuto, in
considerazione del fatto che la donna madre e lavoratrice ha faticato molto di
più e dato al Paese molto di più rispetto alla donna lavoratrice ma non madre.

 

4) Tariffe: le tariffe in Italia per uso domestico sono gravemente
inique perché strutturate in modo tale da penalizzare le famiglie in modo
crescente con il crescere dei componenti il nucleo familiare. Evidentemente,
più le famiglie sono numerose e più energia elettrica, gas o acqua consumano;
ci si aspetterebbe almeno un pagamento proporzionale al consumo, anche se tale
ipotesi non terrebbe conto della funzione sociale svolta dalla famiglia..
Invece, mettendo al mondo un altro figlio o accogliendone uno in adozione o
affido, tale scelta – di straordinaria e positiva portata per la società –
comporterà una "punizione" da parte dello Stato che farà pagare
questa scelta con l’aumento a scaglioni dei costi, rinnegando nel contempo
l’art. 31 della Costituzione già citato. E’ un fatto che oggi in Italia le
tariffe siano state studiate per agevolare gli utenti che, a prescindere dal
loro reddito, vivono da soli o in coppia poiché il meccanismo tariffario fa sì
che i consumi eccedenti gli scaglioni prestabiliti abbiano costi
straordinariamente elevati. Se una famiglia numerosa potesse attivare presso la
propria abitazione un contatore per ogni componente, a parità di consumi,
pagherebbe meno della metà. Chiediamo quindi:

 

 

 

Ø     
Una revisione delle tariffe elettriche, gas e acqua che tenga conto dei
componenti il nucleo familiare e dunque suddivida gli scaglioni di consumo in
base al numero effettivo di utenti su ogni contatore residenziale;

 

Ø     
Una revisione della tariffa "sociale", che ora garantisce
sconti non ai bisognosi ma a coloro che consumano meno, ricchi compresi.

 

Ø     
Per quanto riguarda il costo della raccolta rifiuti solidi urbani, il
Decreto Ronchi ha introdotto una gravissima iniquità nei confronti delle
famiglie numerose. E’ evidente a tutti che sette single producono più rifiuti
di una famiglia composta da sette persone. Eppure, quest’ultima – nonostante
faccia della sobrietà e del risparmio uno stile di vita – viene penalizzata con
una tariffa o tassa che quadruplica la spesa annuale. Chiediamo che la spesa
per la raccolta dei rifiuti venga immediatamente ridotta a favore delle
famiglie numerose e aumentata per i single, soprattutto ricchi, con un
meccanismo che tenga conto del reddito.

 

 

5) ISEE: Dalla sua istituzione nel 1998 la scala di equivalenza
non è mai stata modificata. Chiediamo che nella certificazione ISEE il figlio
venga considerato per quello che è, uno, e non 0,35 dato che le economie di
scala sono ipotesi di economisti e non realtà del quotidiano; In subordine,
chiediamo immediatamente che venga totalmente scorporato dal computo, come già
si fa nel caso dell’assegno sociale, il reddito della prima casa.

 

 

 

6) ICI: L’imposta Comunale sugli immobili attualmente non tiene
conto di quante persone godono dell’abitazione né del loro reddito (la
detrazione per la prima casa, poco più di 103 euro in media, viene applicata a
prescindere dal reddito). Una semplice operazione matematica di divisione dei
metri quadrati per il numero delle persone che abitano la casa, permette di
stabilire che le famiglie numerose non abitano case grandi ma piccole:
mediamente, meno di 15 metri quadrati a testa. Eppure le famiglie numerose
pagano l’ICI come se vivessero in regge. Persone single o coppie abitano in
case con 30 o 40 metri quadrati a testa e pagano molto meno. Chiediamo che l’attuale
normativa venga modificata, esentando dall’imposta una metratura minima per
ogni abitante la casa (almeno 20 mq).

 

 

 

7) Elusione fiscale a favore delle coppie di fatto: è noto che le
"finte separazioni" e le "coppie di fatto" hanno privilegi
inaccettabili da un punto di vista fiscale (nessun cumulo dei redditi,
precedenze nelle iscrizioni in asili nido, precedenze per la casa, i servizi
pubblici, assegni familiari superiori in quanto basati su falsi monoreddito
ecc.). Chiediamo che le coppie unite in matrimonio vengano considerate, ai fini
fiscali e tributari, come le coppie separate o le coppie di fatto, ivi compreso
nella corresponsione degli assegni familiari.

 

 

 

           
Queste le nostre richieste, a giorni verificheremo le risposte. Almeno
una cosa, di certo, l’abbiamo ottenuta: che fino ad un paio di anni fa la parola
"famiglia numerosa" era esclusa dai commenti politici. Oggi, sta su
tutte le dichiarazioni. Non è poco. Ci siamo: se ne stanno accorgendo tutti.

 

 

 

           
Nell’augurare un buon inizio di anno scolastico a tutti i nostri
figlioli (e alle mamme alle prese coi compiti più che con la palestra, come
affermato scioccamente da qualcuno….), rinnoviamo l’invito a diffondere
l’Associazione presso le famiglie che conoscete, in parrocchia, sui luoghi di
lavoro: Se in Italia ci sono 185.000 famiglie con almeno quattro figli, ebbene,
solo 182.800 non sono iscritte alla nostra Associazione: chissà che
aspettano?  Diteglielo!

 

 

 

           
Un abbraccio fraterno, con amicizia,

 

 

 

p. il Consiglio Direttivo

 

Mario e Egle Sberna, presidente.