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Bergamo: Mons. Beschi festeggia la famiglia con ANFN

Bergamo: Mons. Beschi festeggia la famiglia con ANFN

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«La famiglia un dono di Dio»

La sfida dell’educazione e la testimonianza del valore della famiglia, con il suo contributo alla vita della società e della Chiesa, sono stati al centro della quarta festa provinciale dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) di Bergamo, tenutasi ieri presso la casa dei Padri Giuseppini a Valbrembo in occasione della giornata internazionale della famiglia che si celebra oggi.
All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il vescovo Francesco Beschi e il direttore del Patronato San Vincenzo don Davide Rota. «La vostra associazione – ha esordito il vescovo riferendosi all’Anfn – è una delle realtà più rappresentative di ciò che significa “famiglia” nel mondo e nella Chiesa».
«La famiglia un dono di Dio»
Monsignor Beschi, ricordando i programmi pastorali della Chiesa di Bergamo negli ultimi anni, ha sottolineato «l’attenzione della Chiesa alla realtà della famiglia; è essenziale una presa di coscienza sempre più profonda del dono della famiglia: e se nella nostra comunità cristiana si è ravvivata la coscienza di ciò che la famiglia rappresenta nel mondo e nella Chiesa, è il segno che è valsa la pena investire in questa direzione». Occorre, ha proseguito il vescovo, «considerare la famiglia un dono provvidenziale di Dio per ogni singola persona e per l’intera umanità». Monsignor Beschi ha ricordato come anche il prossimo programma pastorale avrà come tema «Famiglia, lavoro e festa»: «Un percorso – ha rimarcato il vescovo – che culminerà con l’incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Milano, con risvolti importanti anche per Bergamo». In questi anni, ha concluso monsignor Beschi, «ho visto come l’associazione sia stata capace di dire parole incisive e ho visto la sua presenza nella Chiesa e nella società. È il bene che l’associazione può fare per una cultura che vede la famiglia capace di dare contributi che nessun’altra comunità riesce a dare».
«La vita va ascoltata»
Don Davide Rota ha esordito ricordando che «la vita non va studiata, ma ascoltata: e, nell’ascolto, la vita dice tutto, anche la soluzione dei problemi». Don Davide ha sottolineato il valore di famiglie capaci di trasmettere il messaggio che «dare la vita è il regalo più grande che si potesse fare ai propri figli; occorre far comprendere ai ragazzi che questo mondo è la cosa più bella che poteva loro capitare». «Il fallimento del sistema educativo – ha proseguito don Davide – dipende dal fatto che spesso si costruisce un’immagine ideale del mondo, la si confronta con la realtà e, quindi, si scarta la realtà e si tiene solo l’immagine, un mondo ideale che non esiste. E, così facendo, non stiamo nella realtà. Invece è importante amare la realtà così com’è. Donare la vita ai figli è un atto di amore verso il mondo così com’è».
Don Davide ha richiamato la necessità di «educare ancorando i figli alla realtà, abituandoli a stare nelle cose, ad amare il mondo perché lì c’è Dio». Il direttore del Patronato ha, poi, ricordato la necessità di riscoprire il valore del quarto comandamento «Onora il padre e la madre»: «La prima e più bella immagine di Dio sono i genitori. Questi devono farsi “onorare”, non mettere il figlio sul piedistallo». «Nel sistema educativo moderno – ha proseguito don Davide – manca Dio. Al contrario bisogna creare una comunione continua con Dio». Don Davide ha concluso sottolineando «l’illusione che voler bene al figlio significhi evitargli ciò che può costare fatica: voler bene significa indicare loro anche strade difficili».
Gianluigi Ravasio, Eco di Bergamo