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basta con i videogiochi dove uccidere è un gioco

basta con i videogiochi dove uccidere è un gioco

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Carissimi Mario e Egle

Sono un papà di 4 figli. Non mi sono ancora associato ma intendo farlo presto perchè vedo che date le risposte adatte alle famiglie numerose ed in particolare sono attento alla novità dei GAF.

Vi voglio sottoporre un problema che è all’ordine del giorno della nostra famiglia ma penso che sia diffuso in molte case.

Abbiamo dei figli adolescenti e combattiamo una “battaglia quotidiana” come è normale in questa stagione della vita della nostra famiglia.

L’oggetto del contendere in questo periodo sono i videogiochi per PC ( non abbiamo la Play Station ma il discorso si potrebbe estendere).

Noi non consideriamo accettabili quei videogiochi dove, per fare punti o passare di livello, occorre uccidere persone.

E’ evidente e lampante che si tratta di “giochi” ma noi li riteniamo inaccettabili dal punto di vista del messaggio in se stesso “UCCIDI E SEI BRAVO !”

Ovviamente i figli ci dicono che i videogiochi sono tutti così ed hanno sicuramente ragione se consideriamo i tipi di videogiochi che vengono ospitati nelle sale apposite.

Ora la nostra domanda è la seguente: possibile che “leggi del divertimento” debbano proporre solo l’aberrazione impostata come gioco?

Tempo fa la rivista NOI GENITORI E FIGLI aveva trattato il problema e aveva dato anche dei riferimenti per giochi di carattere costruttivo ma in questo momento ho perso i riferimenti.
Non potreste dare diffusione a siti e/o indicazioni per trovare degli strumenti educativi per non dire sempre e solo “NO” senza dover cedere alle forze soverchianti che dicono “ma che male c’è a uccidere per gioco? E’ solo un gioco!”
Penso che sarebbero molte le famiglie ad essere grate ed averne un beneficio.
Grazie per la collaborazione
Renato Chiapello

Carissimo Renato, grazie per la tua mail e scusa il notevole ritardo nella risposta ma è stato questo passato un periodo difficile per varie ragioni. Il tuo suggerimento è certamente valido, tutti noi viviamo il problema e non è di facile soluzione, dato che alle bieche leggi del mercato è difficile fare fronte. Però ci proviamo e, spesso, ci riusciamo. Dobbiamo farcela anche in questo campo.
Come avrai già capito, il nostro è volontariato associativo allo stato puro (nessun dipendente, nessun rimborso spese, gratuità totale per tutti dal presidente in giù): significa che si fa quel che si può, quando si può.
Carne al fuoco ce n’è davvero tanta e organizzare un’attività come quella che suggerisci tu presume la disponibilità di tempo per le ricerche che al momento non è facile trovare. Magari però tra le nostre famiglie potrebbe esserci qualche famiglia che si metta a disposizione per la ricerca che suggerisci.
Comunque il tema è molto importante e, dunque, da affrontare con una certa urgenza: speriamo di trovare le forze per farlo!

Grazie ancora, un abbraccio fraterno,

Mario Sberna