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Auguri a tutti nel giorno dell’Epifania del Signore

Auguri a tutti nel giorno dell’Epifania del Signore

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Epifania è una parola greca che significa “manifestazione”. La “manifestazione di Gesù bambino come Figlio di Dio e perciò come Re e Salvatore di tutti gli uomini della terra”.

I re magi vengono da lontano, affrontano un lunghissimo viaggio e passano attraverso tante difficoltà pur di incontrare Gesù. Essi restano personaggi misteriosi: non se ne conosce il numero, la professione, il luogo di provenienza, quasi sicuramente non erano re. Si sa solo questa semplice notizia: venivano “da oriente”. Questa particolarità mette in evidenza che non erano della discendenza di Abramo, e hanno fatto un lungo viaggio per incontrare Gesù, guidati non dalla Parola di Dio ma da una stella.

I re magi arrivano dall’Oriente laddove l’Oriente sta a rappresentare terre lontane, altri mondi, proprio per sottolineare il fatto che Gesù non è venuto solo per la sua gente ma per tutta l’umanità. Essi rappresentano, dunque, tutti i popoli della terra, rappresentano tutti i popoli pagani che sono chiamati, proprio come il popolo eletto, all’incontro con Cristo Salvatore.

I doni che portano a Gesù sono: l’oro che rappresenta la regalità, ed è un dono riservato ai re; l’incenso che rappresenta la divinità, il soprannaturale; la mirra rappresenta l’umanità, l’essere uomo, era la sostanza utilizzata per cospargere i corpi prima della sepoltura.

Una stella li guida è la stella simbolo della speranza, luce che proviene dall’alto. Nel vangelo si vuole parlare di una stella o di cometa che guidava i Re Magi come di una luce che li portava a Colui che di tale luce è la fonte. Infatti l’evangelista dice: “abbiamo visto la sua stella” vale a dire “abbiamo visto la sua luce, quella di Cristo”.

I magi ci insegnano che dobbiamo cercare la stella, la luce di Dio, ma allo stesso tempo essere piccole stelle (della luce di Dio) per i fratelli! E quando la domenica andiamo a Lui per celebrare il sacrificio Eucaristico nella Santa Messa, non andiamo a mani vuote, portiamo il nostro oro, cioè le nostre buone azioni compiute durante la settimana, portiamo il nostro incenso, cioè tutte le nostre preghiere, e la nostra mirra, cioè tutti i nostri piccoli sacrifici d’amore.

“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”.

L’adorazione di Gesù è lo scopo del viaggio, il fine di tutta la nostra vita. Il viaggio è lungo, faticoso, fatto di pericoli e cadute, ma tutto si deve concludere con l’adorazione, il prostrarsi davanti a Gesù e riconoscerlo vero Dio e vero uomo, unico salvatore del mondo, unico riposo dei nostri cuori (“Ci hai fatti per te Signore – diceva S. Agostino – e il nostro cuore è inquieto, fintanto che non riposa in te”).

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