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Associazioni familiari al Senato: «Fermare la legge sulle unioni omo»

Associazioni familiari al Senato: «Fermare la legge sulle unioni omo»

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In audizione alla commissione Giustizia sul ddl Cirinnà, hanno ricordato che «il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso sarebbe incostituzionale». Mantovano: «Chiarire l’obiettivo della norma»

«Fermate quel provvedimento». In commissione Giustizia, al Senato, è stato il giorno delle associazioni che difendono la famiglia che nasce dal legame fra uomo e donna: «Un matrimonio sia pure sotto altro nome fra persone dello stesso sesso sarebbe incostituzionale », hanno avvertito le associazioni, bocciando il testo unico della relatrice Monica Cirinnà (del Pd). Hanno provato a dirlo in tanti, dalla sezione italiana della Scuola europea di psicoanalisi a Manif Pour Tous Italia, dall’Aibi (amici dei bambini) al Comitato Articolo 26, dal Comitato “di mamma ce n’è una sola” al Moige (Movimento italiano genitori), dall’Age (Associazione genitori) all’Associazione nonni 2.0, dal Sindacato delle famiglie all’Agesc, dai comitati “Sì alla Famiglia” all’Associazione famiglie numerose.
All’uscita, nella folta pattuglia di responsabili associativi che esce dalla riunione per far ritorno nelle città di provenienza c’è un clima di delusione per l’ascolto ancora una volta insufficiente, dopo la vera e propria battaglia che era stata portata avanti soprattutto da Area Popolare per allargare la platea delle associazioni da sentire. Nella precedente riunione la relatrice era addirittura uscita mentre parlava il presidente del Forum delle famiglie Francesco Belletti. «Temo che una posizione ideologica renda difficile capirsi, non vorrei che si sia trattato di una presa in giro», dice l’avvocato Livio Podrecca, delle famiglie numerose, «anche se alla fine il presidente Nitto Palma (di Fi, ndr) ha assicurato che alla luce delle cose ascoltate approfondirà la valutazione».
Un’attrezzata pattuglia di giuristi, l’avvocato Filippo Vari (Manif Pour Tous), Domenico Airoma, procuratore aggiunto a Napoli (Comitato articolo 26) e il magistrato, ex sottosegretario, Alfredo Mantovano (Comitati sì alla famiglia) ha snocciolato tutte le perplessità: «Ma – spiega Mantovano – bisogna ». chiarire a monte l’obiettivo.
Se, seppur non dichiarato, fosse quello di introdurre una diversa forma di matrimonio, va detto con chiarezza. Perché a quel punto un magistrato potrebbe introdurre per via giurisprudenziale, a tutela dell’uguaglianza fra i cittadini, anche le poche differenze che nel testo restano, come l’adozione».
La strada che i comitati ‘Sì alla famiglia’ propongono è la codificazione in un testo unico di diritti e prerogative già assicurate da norme in vigore o dalla giurisprudenza consolidata. «Si dovrebbe agire sul piano dei diritti interpersonali per regolare una casistica di relazioni limitata – dice Caterina Tordiglione del Sidef –, mentre quel che manca del tutto è una legislazione di aiuto alle famiglie, in una situazione sempre più difficile, partendo dalla leva fiscale».
Manif Pour Tous ha anche scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ringraziandolo per le parole usate nel discorso di insediamento, sulle famiglie, chiedendo di intervenire sulle fughe in avanti che si verificano sulla registrazione delle unioni civili. Il dibattito, d’altronde, resta aperto anche nel gruppo Pd. Fra i nodi, oltre alle adozioni, c’è anche la tenuta dei conti sulle pensioni reversibilità. E la partita sulle unioni civili è ancora tutta da decidere.

Fonte: Avvenire di Angelo Picariello

In allegato il testo presentato da ANFN ed elaborato dai nostri soci e avvocati Avesani e Podrecca

Scarica allegati:
ddl unioni civili – relazione ANFN per audizione 150216.pdf