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anche la Diocesi di Bergamo lancia il fondo anticrisi

anche la Diocesi di Bergamo lancia il fondo anticrisi

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Fondo anticrisi: dalla diocesi 300 mila euro
La Caritas lancia la sottoscrizione per aiutare le famiglie in difficoltà. I contributi destinati a progetti di microcredito
Un fondo di solidarietà per le famiglie in difficoltà. La Caritas diocesana bergamasca lancia un appello ai cittadini, alle parrocchie, agli enti, ai privati e alle aziende per sostenere i lavoratori che hanno perso l’impiego in questa delicata congiuntura economica. E la diocesi di Bergamo, su invito del vescovo Roberto Amadei, ha deciso di porre il primo tassello per alimentare questo fondo con un contributo iniziale di 300 mila euro, segno di vicinanza alle situazioni di maggiore difficoltà economica.


«Vicini nella crisi»

«La crisi in corso non riguarda solo le aziende e il mercato di consumo – spiega monsignor Maurizio Gervasoni, delegato vescovile e presidente della Caritas diocesana bergamasca –, ma intacca anche la vita delle famiglie e mette in difficoltà tutta una serie di servizi ai quali il Welfare state dava risposte che oggi appaiono insufficienti. La crisi economica, con la conseguente perdita di tanti posti di lavoro anche nella nostra provincia di Bergamo, mette sempre più in evidenza gli elevati costi sociali che stanno subendo tante nostre famiglie, soprattutto quelle che già vivono situazioni di fragilità dovute alla presenza di persone non autosufficienti, anziani o minori».
«La Chiesa bergamasca attraverso la Caritas – continua monsignor Gervasoni –, vorrebbe promuovere un segno di prossimità verso le famiglie che hanno perso il lavoro e che si trovano a vivere situazione di forte difficoltà sociale contribuendo con 300 mila euro al fondo anticrisi per le famiglie. Vuole essere un piccolo segno di vicinanza: l’attuale crisi economica ci può davvero aiutare a riscoprire come una società deve costruirsi sempre sulla solidarietà e deve sempre e con generosità lottare contro ogni forma di povertà, facendo ricorso alle risorse morali e culturali di tutti».

L’esempio di Milano

La diocesi di Bergamo segue così l’esempio tracciato dall’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, che per primo aveva annunciato la notte di Natale l’istituzione di un fondo famiglia-lavoro di un milione di euro. Un segnale per venire incontro alle famiglie che stanno vivendo il dramma della disoccupazione dovuta alla crisi economica che ha colpito proprio il Nord Italia. Nei prossimi giorni verrà individuato un comitato di garanzia per il fondo. Intanto si attende che altri seguano il gesto della diocesi e vadano a ingrandire progressivamente con le donazioni il monte di solidarietà da utilizzare poi per progetti verso famiglie in difficoltà.

Rete di enti per le famiglie

Nelle ultime ore si è poi costituita una rete di enti pronti a collaborare per sviluppare progetti di sostegno mirati alle famiglie in difficoltà sostenuti dal fondo. «Con noi sono già pronti a muoversi altri enti come le Acli di Bergamo, la Cisl di Bergamo, il Consultorio familiare diocesano “Costante Scarpellini”, la Società di San Vincenzo e l’Ufficio pastorale sociale della diocesi – conferma don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana bergamasca –: con queste realtà attente al mondo dei lavoratori e delle famiglie troveremo modalità d’intervento comuni per sostenere le persone in difficoltà. L’intento è anche quello di non disperdere le energie e muoverci in modo coordinato negli aiuti studiati caso per caso».
La Caritas diocesana bergamasca ha già attivato alcune forme di sostegno per le famiglie attraverso la distribuzione di pacchi alimentari e di abiti ma anche attraverso il canale del microcredito, piccoli aiuti per coprire le situazioni di emergenza economica. In tre anni sono stati attivati 330 progetti di microcredito, e solo nell’ultimo anno circa 70, quasi tutti per famiglie bergamasche. La Caritas ha intenzione di potenziare il canale del microcredito grazie al fondo e di promuovere attività di utilità sociale e nuovi lavori come incentivo alla dignità dei lavoratori e come sviluppo di condizioni innovative di occupazione. La perdita del lavoro non sarà l’unico criterio preso in considerazione ma verrà valutata anche la condizione di disagio dovuta magari all’incorrere di particolari fragilità.

«Un piccolo segno»
«È necessario – spiega don Visconti – che siano definiti i criteri di gestione del fondo di solidarietà Caritas. Ciò che sin d’ora si può dire è che l’entità del problema economico e la sua complessità invitano a non farsi illusioni: l’iniziativa che qui si propone si configura come un servizio-segno che indica una via d’azione e stimola uno stile di comunione e di solidarietà al fine di sollecitare le politiche più opportune per una presa in carico globale del problema nelle sedi più opportune. È un segno che si pone in un’ottica di sussidiarietà rispetto alla politica e all’imprenditoria bergamasca, che restano comunque chiamate a dare risposte alla crisi che viviamo. I fondi raccolti saranno ridistribuiti secondo il tradizionale stile Caritas, mediante l’elaborazione di progetti che limitino l’assistenzialismo e inducano stili sociali giusti e solidali. A questo proposito si individuerà un comitato di sindaci garanti della corretta utilizzazione dei fondi. I progetti saranno gestiti dalla Caritas e dagli enti che intendono collaborare con essa, in modalità da definire, e ricercando la collaborazione, tra gli altri, degli enti locali e degli istituti di credito. Il tempo dell’intervento si prospetta limitato. Dipenderà dall’entità dei fondi raccolti, ma certamente non si potrà continuare per molto tempo in questa linea di impegno».
Al più presto verranno indicati alle famiglie bisognose i canali attraverso cui inoltrare le richieste di aiuto. «Intendiamo – conclude don Visconti – trovare modalità di raccolta delle richieste distribuite sul territorio in modo da non centralizzare tutte le domande e tutelare i richiedenti. Per il momento però non abbiamo ancora un piano di azione su questo fronte e chiediamo alle famiglie di attendere nell’inoltrare eventuali richieste: al più presto forniremo tutte le indicazioni utili su come muoversi».

Come contribuire

Per chi volesse partecipare al fondo famiglia-lavoro è possibile effettuare un bonifico al Credito bergamasco, filiale della Malpensata, Iban: IT40O0333611105000000006330, intestato alla Caritas diocesana bergamasca, via Conventino, 8, Bergamo. Per usufruire della detraibilità fiscale il bonifico va al conto Banca Popolare di Bergamo, piazza Vittorio Veneto, 8, Iban: IT81V0542811101000000099169, intestato all’Associazione Diakonia onlus, via Conventino, 8, Bergamo, indicando la causale «Fondo famiglia lavoro» e citando il proprio codice fiscale. C’è anche una seconda possibilità, presso il Banco di Brescia, via Camozzi 101, Bergamo, Iban: IT35I0350011102000000005629, intestato all’Associazione Diakonia onlus, indicando causale e codice fiscale.
Elena Catalfamo
(da Eco di Bergamo

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