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8 MARZO FESTA DELLA DONNA

8 MARZO FESTA DELLA DONNA

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La donna è un essere umano adulto di genere femminile, della specie Homo sapiens. Si distingue dalla femmina prepubere, che può essere chiamata, a seconda dell’età, ragazza, fanciulla o bambina, e dall’altro sesso della specie, l’uomo.

La parola donna deriva per assimilazione consonantica dal latino dŏmna, forma sincopata del latino classico dŏmĭna, cioè “signora”.

Per indicare la donna, le altre lingue romanze usano diverse parole, i cui diretti corrispondenti esistono in italiano ma con significato più generale o più specifico. L’uso del sostantivo donna è attestato tuttavia anche nel provenzale; in francese si usa femme, etimologicamente derivato dal latino fēmĭna, mentre lo spagnolo mujer e il portoghese mulher risalgono entrambi in ultima analisi al latino mŭlĭĕre, da cui il significato di moglie.

In inglese si usa il sostantivo woman, che risale originariamente alla parola wīfman, cioè letteralmente essere umano (man), mentre in tedesco si usa Frau “donna, signora”, che in origine aveva esclusivamente il secondo significato.

Il cariotipo di una femmina umana è caratterizzato, a differenza del maschio, dalla presenza di due cromosomi X, laddove l’uomo presenta invece la coppia XY, i quali portano alla differenza sostanziale – rispetto al maschio – di taglia, massa corporea totale e dei singoli organi nonché potenza muscolare.

Dal punto di vista della patologia, le donne presentano una suscettibilità differente dall’uomo, essendo alcune malattie più caratteristiche dell’uomo e altre più diffuse nella donna, per motivi genetici, ormonali e/o comportamentali. Alcuni studi eseguiti negli anni settanta e ottanta del secolo XX hanno dimostrato nella donna una bassa mortalità rispetto all’uomo, per il quale avviene il contrario.

La maggiore longevità la troviamo nei paesi maggiormente sviluppati, dove le donne vivono circa cinque anni più a lungo degli uomini. Al contrario nei paesi più arretrati l’età media femminile è più o meno vicina a (in alcuni casi inferiore) quella maschile, in ragione di una non adeguata assistenza medica (anche in occasione di numerose gravidanze) e più in generale di un ruolo subalterno nella società.

Nella preistoria umana la situazione è stata sicuramente variata e diversificata a seconda delle culture, epoche e luoghi geografici. Si suppone che la donna fosse sottomessa all’uomo. Secondo alcune teorie, le società primitive erano invece matriarcali e, solo in un secondo momento, si sviluppò la supremazia maschile. Attraverso le varie epoche preistoriche si sono potuti ipotizzare comunque vari schemi sociali.

Rimane invece accettato che donne e uomini hanno avuto, nella storia di molte culture, diritti, doveri e privilegi diversi. Attualmente la discriminazione sessuale tra uomo e donna è illegale in numerosi paesi.

Di pari passo, il rapporto tra i due sessi, a seconda della cultura di appartenenza, può andare da un rigido cerimoniale a un’apparente completa libertà.

La storia della condizione della donna ha avuto diverse accelerazioni e battute d’arresto, nella storia del pensiero cristiano. La prima tappa fondamentale è la Creazione: “maschio e femmina li creò”, racconta la Bibbia. Nel racconto della creazione i due sessi sono creati uguali, in perfetta simmetria e con la medesima dignità. Nei racconti precedenti invece la donna viene creata successivamente all’uomo, da una sua costola, ed è causa della cacciata dal Paradiso terrestre. Sebbene alcune donne sono ricordate come donne di potere, influenti e rispettate (Cleopatra, per esempio), la posizione della donna rimane sempre subordinata a quella dell’uomo. Neanche con Gesù Cristo e l’avvento del Cristianesimo le cose cambiano di molto, sebbene San Paolo affermò che davanti a Dio non vi è alcuna differenza tra i sessi.

Con la cultura cortese si riprende il concetto greco della donna musa e si sviluppa la galanteria, un insieme di norme comportamentali che il maschio adulto dovrebbe seguire per mettersi cavallerescamente in relazione con una donna.

Ma bisogna aspettare il XIX secolo per raggiungere la presa di coscienza dell’ineguaglianza dello stato sociale di donne e uomini.

E’ questo il periodo in cui viene istituita la Giornata Internazionale della Donna.

Ma da dove nasce questa ricorrenza? Una leggenda molto celebre narra che la Festa della Donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton. In realtà, appunto, si tratta solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.

La Giornata Internazionale della Donna nacque infatti ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909. A istituirla fu il Partito Socialista americano, che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto. Il tema era già stato a lungo discusso negli anni precedenti sia negli Usa (celebri sono gli articoli della socialista Corinne Brown) sia dai delegati del VII Congresso dell’Internazionale socialista (tenutosi a Stoccarda nel 1907).

Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne.

Il 25 marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (per lo più donne immigrate) persero la vita. Questo è probabilmente l’episodio da cui è nata la leggenda della fabbrica Cotton. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne.

La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio». Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell’Operaia.

In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo.

L’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell’aborto) e di difesa delle conquiste delle donne.

Come disse William Shakespeare:

“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.”

Una buona domenica a tutti.

Claudio Zanetti