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I 7 vizi capitali dei social network

I 7 vizi capitali dei social network

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Vi racconto un piccolo aneddoto, che forse non molti conoscono. Qualche anno fa, il fondatore di Linkedin, Reid Hoffman, spiegò la sua teoria sul successo dei social network. “I social network funzionano quando rappresentano uno dei sette vizi capitali”, affermava.

“Zynga è la pigrizia. Linkedin risponde all’avidità. Facebook, alla vanità”. Non penso che Hoffman facesse solo una battuta. I social media infatti sono diventati un vero e proprio specchio del nostro carattere, della nostra personalità e soprattutto una rappresentazione realistica dei nostri vizi e dei nostri difetti. Insomma, è proprio il caso di dire “Dimmi che social network usi e ti dirò chi sei”.

Proviamo a stabilire una possibile associazione fra il profilo di utente dei social network e ciascuno dei 7 vizi capitali. Sarà divertente riconoscersi in una o più di queste tipologie e fare magari qualche piccola riflessione e un po’ di autocritica. Buona lettura!

1. L’accidia

Chi è l’accidioso sui social? E’ l’utente che vegeta liberamente per parecchie ore al giorno tra le reti sociali, quasi in evanescenza davanti allo schermo piatto del pc. Questa è la sua concezione di riposo e di relax. È sempre in ritardo su qualunque cosa e a chi glielo fa notare, spiega, con affanno e irritazione, che la giornata per lui è complicata più di quanto si possa immaginare.

A quale social potremmo associare l’accidia? Sicuramente a Zynga, l’azienda che produce e rilascia videogiochi per internet come Farmaville e CityVille. Chi di noi, almeno una volta, non ha provato per curiosità uno di questi terrificanti giochi che ti fanno vincere caramelle e frutta virtuali, da trasformare in crediti per continuare a giocare per ore, persi nell’inerzia di un tablet su un divano?

2. La gola

Il goloso sui social network è l’utente che, come un bambino davanti ad un barattolo di marmellata, si lascia vincere dagli impulsi e non riesce proprio a controllarsi. Non sa vincere il suo irrefrenabile stimolo a prendere in mano ogni 2 minuti il cellulare per vedere se ci sono notifiche o aggiornamenti da controllare, foto da fare e da postare. Il risultato finale? Un terribile mal di pancia, una vera e propria indigestione digitale, da cui è possibile guarire solo attraverso una disintossicazione dai social.

La gola è sicuramente rappresentata da Instagram, il social network che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri, e condividere tutto anche sugli altri social. In teoria divertente e senza nulla di male. Il problema però è quando ci si lascia prendere troppo la mano con questa tentazione di fare foto e di pubblicarle dapertutto, in preda a una verace e insaziabile voglia di postare immagini. Ecco allora come il peccato di gola esce piano piano fuori.

3. La superbia

Chi è il superbo sui social? E’ un utente non proprio simpatico, diciamocelo. Vanitoso come nessun altro, non legge i messaggi degli altri ma rilegge solo i propri. Valuta costantemente e con estrema attenzione la propria influenza sui social e in maniera narcisistica tiene la contabilità delle proprie interazioni virtuali, misurando il successo dei suoi post e dei suoi status. Va in estasi quando vede le proprie frasi riprese, condivise e commentate dagli altri come se fossero pillole di saggezza. E’ ossessionato dalla propria immagine, cosa che lo porta a cambiare la propria foto circa ogni 48 ore.

Qui la scelta nell’associazione è stata semplice: Facebook. Tra tutti i social network è senza dubbio quello che più stimola il nostro senso di superbia, solleticando il nostro ego e la nostra vanità, così come del resto anche Snapchat, il nuovo social che sta spopolando tra i giovani, basato solo su foto e video.

Stimoli continui a farci foto dove tutti siamo sempre bellissimi, sorridenti, in perfetta forma ed in perenne vacanza. Selfie e continui stratagemmi studiati ad hoc per prendere più likes e consensi possibili. Mostrarsi come non si è realmente, è diventata ormai la norma. Il pericolo in questi casi, è credere che la vita reale sia quella che leggiamo negli stati e nei post di Facebook, pensare che i nostri amici siano realmente felici e fortunati solo perché hanno postato un album di appena 100 foto un minuto dopo esser tornati a casa dalle vacanze.

4. La lussuria

Chi è il lussurioso sui social network? E’ l’utente ossessionato nel dare sempre un’occhiata ai profili e alle immagini degli altri o che cerca nuove possibilità di incontro e di relazione. E’ chi è perennemente preso da un continuo e frenetico trittico “richiedi amicizia – mi piace – segui”, nella speranza di attingere e ottenere nuove relazioni sociali, consenso, ammirazione. Tra tutti, forse è la tipologia di utente più debole e in ostaggio nella morsa dei social network, in quanto privo di una vita reale soddisfacente.

Tra tutti i social media, Tinder è sicuramente quella che più rappresenta la lussuria. Tinder infatti è un’applicazione per cellulari con un obiettivo unico e chiaro: facilitare gli appuntamenti e gli incontri con le persone che ci sono nei dintorni, grazie alla geolocalizzazione con il GPS. A partire dalla nostra posizione geografica, l’applicazione disegna infatti un cerchio più o meno esteso, all’interno del quale vengono scelti altri utenti, sulla base dell’età e del sesso, che possiamo decidere di contattare e di incontrare.

5. L’avarizia

Chi è l’avaro sui social? E’ l’utente che, al contrario del superbo, non condivide mai le proprie informazioni. Al massimo lucra quelle degli altri. Consuma lo schermo a furia di guardare i profili altrui. Si confonde nella rete de social, ma non emerge. Si immischia segretamente nel quotidiano del suo giro, capta e registra tutto, ma si guarda bene dal commentare o dall’interagire. Ritiene che agli altri manchi il senso del pudore e non comprende come si possa buttare al vento le proprie informazioni in quel modo.

Non ce ne voglia Zuckerberg, ma anche con questo vizio il suo Facebook può essere chiamato in causa.

6. L’invidia

L’invidioso sui social è l’utente che ritiene che è davvero troppo dura vedere tutta questa gente che sprizza felicità o che fa viaggi da sogno. La continua autopromozione dei propri amici sui social lo fa impazzire e commentare in modo compulsivo e isterico tutti i post e gli status altrui.

Diciamocelo chiaramente. L’invidia è un vizio che può intersecare trasversalmente un po’ tutti i social. Una recente ricerca americana afferma che le rappresentazioni felici ed estremamente idealizzate della propria vita privata sui social network (ad esempio mettere le foto delle vacanze), suscitano forti sentimenti di invidia e una visione distorta della realtà, che inducono a pensare che le vite degli altri siano sempre più felici e più riuscite delle proprie.

7. L’ira

E’ l’utente social perennemente collerico, fumantino e dotato di scarsa ironia e senso dell’humour. Sempre pronto a condivedere notizie su presunti complotti, scandali e macchinazioni ai suoi danni, che mette in luce con perentori “Fate girate! Importante, assurdo, da non credere!”. La continua protesta e il facile insulto sono il suo pane quotidiano. Consigli: assolutamente da evitare nella propria bacheca di amici.

L’ira è la rabbia espressa con atti e parole. Tra tutti i social network, quello che sicuramente più rappresenta questo vizio è Twitter. Chi di noi, almeno una volta, non ha scritto un tweet per esprimere la propria rabbia, disgusto o malcontento, per mascherare invece le proprie delusioni, inadeguatezze e frustrazioni? Il tweet è il mezzo ideale per manifestare tutte le nostre emozioni a caldo, i pensieri ancora non ben ponderati e resi lucidi dal lume della ragione. L’iracondo sul social è quindi l’utente che non perde mai occasione per scagliarsi contro tutto e tutti, manifestando la propria disapprovazione per questo o quell’argomento. Non ha il pudore di esprimere tutte le proprie emozioni negative in pubblico. Getta la maschera e attacca tutti, non risparmiando proprio nessuno.

Siamo alle conclusioni. Ebbene sì, le tentazioni sulla rete sono molte. Le più pericolose sono sempre quelle che sottovalutiamo e che non conosciamo. Ma se ci dovessimo riconoscere nella nostra navigazione sui social, in uno di questi 7 vizi e terribili profili, avremmo già fatto metà dell’opera e saremo sulla buona strada. Come affermava Kierkegaard,, “l’ironia è l’occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l’assurdo, il vano dell’esistenza”.

Fonte: FAMILY and MEDIA di Fabrizio Piciarelli